Cade da una scala e muore: condannato in Appello il datore di lavoro
E' stato condannato per la morte dell’operaio Umberto De Paola, 56enne di Magenta, deceduto dopo essere caduto da una scala sul posto di lavoro.
Confermata, in appello, la sentenza emessa in primo grado e condannato ad un anno di reclusione, pena sospesa, D.P., 35enne di Marcallo con Casone, legale rappresentante della ditta Pisoni Costruzioni S.r.l. Questo quanto ha deciso il giudice della Corte d’Appello di Milano al termine dell’udienza del 20 ottobre 2023.
Condanna confermata in Appello per il datore di lavoro
È stato condannato per la morte dell’operaio e dipendente della Pisoni Costruzioni S.r.l. Umberto De Paola, 56enne residente a Magenta, deceduto dopo essere caduto da una scala sul posto di lavoro nel 2019.
I familiari della vittima si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella gestione di infortuni sul lavoro con sede anche a Monza, che, tramite i propri legali fiduciari, ha avviato una causa civile per ottenere il giusto risarcimento del danno.
L'incidente
Il 22 marzo 2019 De Paola era impegnato in alcuni lavori di pulizia di un sottotetto al secondo piano di un condominio di via Cimabue. L’unica via di accesso per il sottotetto era una botola, che il 56enne raggiunse utilizzando una classica scala a libro fornitagli dalla ditta. Stando alle ricostruzioni di quei tragici istanti, dato il ridotto spazio in cui muoversi, il 56enne magentino per entrare nel sottotetto prima appoggiò le mani sui bordi della botola, poi si sollevò dandosi la spinta con le braccia per passare attraverso l’apertura.
A quel punto, però, l’uomo perse la presa, scivolando e sbattendo violentemente la testa a terra dopo un volo di quasi tre metri. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Legnano, in un primo momento non sembrava essere in pericolo di vita. Ma le sue condizioni peggiorarono rapidamente, tanto che l’indomani viene trasferito nel reparto di Rianimazione del nosocomio legnanese. Dove morì il giorno seguente, il 24 marzo 2019, per via delle gravissime ferite riportate nella rovinosa caduta. La causa del decesso, come accertato dall’autopsia effettuata sul corpo del 56enne, fu infatti un edema cerebrale.
Dal rapporto d’indagine sull’infortunio dell’Ufficio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’ATS di Milano, ente incaricato a vigilare sui rischi dei luoghi di lavoro, in seguito alla verifica delle condizioni della scala emerge che, pur essendo essa regolare, “risultava inadeguata per l’accesso al sottotetto e la botola di dimensioni ridotte; pertanto, non vi erano le condizioni di sicurezza”.
La sentenza di primo grado
Il giudice Massimo Baraldo, nella sentenza di primo grado, ha confermato l’inadeguatezza della scala utilizzata rispetto al lavoro da svolgere, sia per dimensioni che per il suo posizionamento sul pianerottolo, senza la presenza di una persona a terra che la reggesse e senza misure che prevenissero il pericolo di cadute.
La decisione della Corte d'Appello
Ha concluso Fernando Rosa, responsabile della sede Giesse di Monza:
"Anche la Corte d’Appello di Milano, come il giudice Baraldo conferma quindi che non vi è dubbio che la caduta di De Paola si sarebbe potuta evitare se il datore di lavoro avesse pienamente valutato i rischi (elevati) relativi alle operazioni da svolgere e avesse conseguentemente adottato quelle misure suggerite, ancor prima che dalla normativa cautelare, dalla più comune prudenza, organizzando il lavoro con attrezzature adeguate e prevedendo che la fase più delicata, quella della scesa e discesa dal sottotetto, avvenissero in condizioni di sicurezza".