La Polizia di Stato di Busto Arsizio, unitamente a personale della Sezione di P.G. della locale Procura della Repubblica e alla Polizia Locale del Comune di Castano Primo, ha condotto nei giorni scorsi un’attività di contrasto allo spaccio nei boschi del basso varesotto/alto milanese che ha portato al sequestro di droga e di una pistola modello 357 magnum oltre all’arresto di tre cittadini stranieri.
Bloccati i tre pusher che stavano scappando
A seguito di attività di osservazione il personale della Squadra investigativa del Commissariato – nella circostanza coadiuvato anche da una pattuglia della Stazione Carabinieri di Castano Primo in transito nei pressi dei luoghi ove si è svolta l’operazione – all’arrivo degli spacciatori, ha effettuato un cinturamento dei boschi ove era stata segnalata ed accertata visivamente l’abituale attività di spaccio di stupefacenti riuscendo, così facendo a bloccare i 3 pusher presenti nonostante un tentativo di fuga.
Sequestrate dosi di cocaina, eroina e hashish
Anche i tentativi dei tre soggetti di impedire il ritrovamento della droga, abilmente occultata sotto le foglie e la terra, o gettata nel corso della fuga, non sono andati a buon fine consentendo ai poliziotti di rinvenire e sequestrare il carico del giorno da spacciare consistente in svariate dosi di cocaina, eroina e hashish; sequestrati anche alcuni bilancini e pellicola trasparente per il confezionamento delle dosi.
Trovato uno zainetto che conteneva una pistola
Nel corso dell’accurata attività di ricerca svolta anche con l’ausilio delle unità cinofile della Polizia di Stato è stato infine ritrovato anche uno zainetto di cui uno spacciatore aveva tentato di disfarsi occultandolo nella boscaglia nel corso della fuga, all’interno del quale è stata ritrovata una pistola 357 magnum già carica e pronta all’uso, risultata poi essere stata oggetto di furto in abitazione a Milano lo scorso gennaio.
I tre pusher sono finiti in manette
I tre pusher, di origine marocchina e di età compresa tra i 29 e 52 anni, sono stati arrestati ed associati presso la casa circondariale di Busto Arsizio. Dei tre, solo il più giovane risultava incensurato e regolare sul territorio nazionale, mentre gli altri avevano svariati precedenti per violazioni in materia di spaccio di sostanze stupefacenti oltre ad essere clandestini in Italia.