“Basta morti nel Lago Maggiore”. L’ennesima tragedia nel Verbano (che domenica scorsa è costata la vita ad Abdelfattah Hannioui, 20enne di Fagnano Olona) riaccende i riflettori sulla necessità di un presidio fisso che impedisca di entrare in acqua. A chiederlo con forza è il cerrese Luca Schito, padre di Lorenzo, che l’anno scorso, a 14 anni, è annegato a Punta Vevera, forse tradito da un mulinello.

“Basta morti: serve un bagnino, o una guardia giurata”
«Occorre una presenza fissa che impedisca di entrare in acqua. Un cartello di divieto, da solo, non salva una vita» dice Schito. La sua è una richiesta accorata, che aveva già avanzato un anno fa, subito dopo la morte del figlio, e che rinnova oggi che il Lago Maggiore ha inghiottito un’altra giovane vita. «Appena ho saputo di questa nuova tragedia il mio cuore è tornato a sanguinare – spiega l’uomo – Quando ho perso Lorenzo mi sono ripromesso che avrei fatto il possibile per evitare che altri genitori dovessero piangere i propri figli. Per questo l’estate scorsa ho rivolto un appello al sindaco di Arona, affinché prendesse provvedimenti per evitare altri annegamenti. Nel luogo in cui è morto mio figlio sono state messe delle transenne, ma non bastano. Serve un bagnino, o una guardia giurata. Oltre a un’unità di soccorso dedicata esclusivamente ad Arona, con almeno un sub, che permetta interventi in tempi rapidi».