L'avvocato della famiglia Regeni: "Il Decreto Sicurezza? Una schifezza"

"In quel decreto non c'è nulla che porti veramente sicurezza". E sull'omicidio Regeni: "Politica silenziosa, solo Fico ha osato chiedere verità per Giulio".

L'avvocato della famiglia Regeni: "Il Decreto Sicurezza? Una schifezza"
Pubblicato:

L'avvocato della famiglia di Giulio Regeni, il giovane ricercatore rapito, torturato e ucciso in Egitto, Alessandra Ballerini ospite ieri da Genova al castello dei missionari comboniani: dalla ricerca della verità per Giulio al Decreto Sicurezza.

La legale Ballerini: "Decreto Sicurezza immorale e incostituzionale"

"Un decreto che colpisce poveri, chi manifesta e soprattutto gli immigrati, chi fugge da guerra e persecuzioni, che va contro la Costituzione e contro ogni spirito di umanità". Duro, durissimo il giudizio espresso ieri sera al castello dei missionari comboniani dall'avvocato Alessandra Ballerini. Da sempre al fianco degli ultimi (non a caso è di Genova, patria di don Andrea Gallo), "di chi non ha giustizia". Una donna che, come dimostrato anche poche settimane fa quando in conferenza stampa ha fatto i 20 nomi dei coinvolti nel sequestro e nell'uccisione di Giulio Regeni (per lo più generali e colonnelli dei servizi egiziani, di cui 5 indagati dalla Procura di Roma), non è certo tipo da tacere il proprio pensiero. Così anche per il Decreto Sicurezza del Ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Fa schifo. Sembra scritto male, ma nel suo insieme è chiaro che risponde a un disegno preciso: aumentare le tensioni sociali - ha risposto a uno dei 30 ragazzi del Gim presenti in sala - Per esempio, il Decreto Sicurezza elimina la parola 'umanità' da qualsiasi legge in vigore. Non c'è nulla, in quel decreto, che porti davvero sicurezza. Anzi, il risultato sarà l'opposto: creerà masse di persone abbandonate, distrutte, umiliate lasciandole alla mercè dello sfruttamento della criminalità. Non crea sicurezza per loro, e non la crea nemmeno per noi. Non rispetta nessuno degli articoli della Costituzione, ma finchè la Corte non la boccerà i diritti che la Carta difende saranno negati a moltissime persone".

LEGGI ANCHE: Da 18 anni in Italia, niente cittadinanza a causa del Decreto Sicurezza

La Verità per Giulio che non arriva

Ma si è parlato, ovviamente, anche di Giulio Regeni. Il 25 gennaio saranno tre anni dalla scomparsa dello studente 28enne, rapito  da piazza Tahrir e ritrovato il 4 febbraio, cadavere, con evidenti segni di torture, poco distante da una prigione dei servizi segreti egiziani. Tre anni dai primi striscioni gialli e dal grido "Verità per Giulio", ma anche tre anni di depistaggi, di silenzi, di intimidazioni e arresti verso chi, in Egitto, indagava sull'omicidio. Indagini che hanno portato la Procura di Roma a indagare 5 alti funzionari dei servizi egiziani, e agli oltre 20 nomi di coinvolti elencati da Ballerini a inizio dicembre in conferenza stampa.

Il silenzio di convenienza delle Istituzioni

"Purtroppo la politica, sia italiana sia europea, ha fatto ben poco - ha spiegato l'avvocato - Entrambe più attente al business, agli affari, alla strategia che ad avere chiarezza sulla morte di Giulio. Lo stesso Matteo Renzi, all'epoca, definì l'Egitto "uno Stato amico", ma un amico non rapisce, non tortura, non uccide e non impedisce le indagini. Era stato richiamato l'ambasciatore italiano, poi è stato rimandato a Il Cairo, come se nulla fosse. Non forzare i rapporti con l'Egitto, e con Al Sisi, però è conveniente: l'Egitto blocca i flussi migratori, l'Egitto è amico della Libia, all'Egitto vendiamo armi e i sistemi usati per spiare la popolazione e mantenere la dittatura. Ogni giorno ci sono 3, 4 persone che spariscono come Giulio. Se però i famigliari dicono qualcosa, spariscono anche loro. L'Italia e l'Europa in questo sono complici. Il sito della Farnesina presenta l'Egitto, regime dove viene calpestato qualsiasi basilare diritto dell'uomo, come uno stato sicuro. L'unico accenno alla vicenda di Giulio Regeni è stato messo tempo dopo e a seguito di forti proteste. Tutt'ora, in moltissimi lo vedono come una meta sicura per le vacanze. Chissà che accadrebbe invece se il turismo, e i soldi che porta, si fermassero".

"Non ci fermiamo"

Ogni tanto però la cortina di silenzio e convenienza si rompe. "Il Presidente della Camera Roberto Fico è stato l'unico ad essere andato in Egitto e aver detto ad Al Sisi di volere la verità per Giulio. E non solo, perchè quando la Procura di Roma ha iscritto al registro degli indagati i 5 alti funzionari egiziani, Fico ha chiesto a tutti i gruppi, ottenendo parere favorevole unanime, di sospendere i rapporti con il Parlamento egiziano", ha precisato Ballerini. E l'Europa? "Due settimane fa il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione importante - ha fatto sapere - Una risoluzione che ribadisce la richiesta di verità e giustizia ma che chiede anche la messa in sicurezza del team legale che in Egitto indaga sull'omicidio. Noi non ci fermiamo. L'Egitto è un regime, e blocca e censura tutte le notizie riguardo le sparizioni e gli sviluppi delle indagini sulla morte di Giulio. E ovviamente, di tutti gli altri egiziani che vengono rapiti e fatti sparire. Le loro famiglie ci scrivono - ha concluso - E ci chiedono di continuare, perchè cercando la verità per lui la cerchiamo anche per i loro figli. E chiediamo a tutti di aiutarci continuando a chiedere verità, appendendo al balcone un telo giallo con scritto 'Verità per Giulio", o indossando un braccialetto giallo. Non arrendiamoci".

LEGGI ANCHE: Omicidio Desirée, i comboniani: "Salvini abbassi i toni"

 

Seguici sui nostri canali