l'arresto internazionale

Arrestato in Montenegro 55enne per la bancarotta della De Tomaso automobili

Nella serata del 20 maggio 2024, il latitante Gian Luca Rossignolo, è stato arrestato a Podgorica dalle autorità di polizia montenegrine

Arrestato in Montenegro 55enne per la bancarotta della De Tomaso automobili
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E' stato arrestato in Montenegro un 55enne accusato della bancarotta della De Tomaso automobili.

Arrestato in Montenegro 55enne per la bancarotta della De Tomaso automobili

Nella serata del 20 maggio 2024, il latitante Gian Luca Rossignolo, è stato arrestato a Podgorica dalle autorità di polizia montenegrine, in esecuzione di un provvedimento di cattura emanato dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Torino.

Lo stesso è gravato da un provvedimento restrittivo derivante da più sentenze di condanna per la pena complessiva di anni otto e mesi uno di reclusione perché ritenuto responsabile del reato di bancarotta fraudolenta della nota società automobilistica "De Tomaso automobili s.p.a.", società fallita nel 2012, commessa anche ottenendo, con l'utilizzo di polizze fideiussorie false, dei finanziamenti indebiti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Regione Toscana per una somma complessiva di oltre 10 milioni di euro.

In attesa dell'estradizione in Italia

II Rossignolo si è reso altresì autore del reato di commercio di opere d'arte contraffatte ai danni della "Josef & Anni Albers Foundation", fondazione artistica mirata a salvaguardare le opere dei maestri Albers nonché di opere dell'artista Piero Manzoni.

Le indagini finalizzate alla cattura sono state condotte dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Milano, che ad esito di complessa e articolata attività info-investigativa, è riuscito a localizzare il soggetto in Montenegro.

Sono stati, pertanto, attivati i canali di cooperazione internazionale di polizia tramite lo SCIP, che si sono rivelati determinanti per l'arresto di ROSSIGNOLO, il quale ha tentato di sottrarsi alla sua identificazione esibendo documenti italiani contraffatti.

Lo stesso è attualmente ristretto presso una struttura detentiva montenegrina a disposizione della locale Autorità giudiziaria, in attesa delle procedure finalizzate all'estradizione per il territorio nazionale.

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