Arrestati cinque minori per rapine
I cinque, tra cui una ragazza, ritenuti responsabili di colpi messi a segno nella zona del Politecnico
Cinque minorenni, tra cui quattro ragazzi e una ragazza, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato perché ritenuti i responsabili di diverse rapine commesse a Milano a danni di coetanei
I provvedimenti nei confronti di cinque minori
Il provvedimento della Polizia di Stato di Milano è stato la conseguenza di un'intensa attività investigativa nei confronti dei fenomeni di devianza giovanile, spesso sfociata in reati violenti nei confronti di giovani indifesi o in forte inferiorità numerica.
Nell'attività, sviluppatasi in diversi filoni, sono rientrate diverse rapine commesse nella zona est di Milano, - Lambrate, Città Studi e Monforte - in prevalenza in orari serali o notturni, che hanno destato un certo allarme sociale ed una sensazione di insicurezza nei cittadini residenti, in particolare nei giovani che transitano nella zona o che frequentano il Politecnico di Milano.
In questo contesto sono state oggetto di indagine due rapine avvenute nella notte tra il 3 ed il 4 gennaio 2022, in piazza Leonardo da Vinci.
E' stata eseguita una rapida ed approfondita indagine che ha consentito di identificare con certezza alcuni membri di un gruppo criminale stabile e consolidato nel tempo, di individuarne ruoli, compiti e condotte realizzate nel corso delle rapine commesse dal gruppo.
Ottenuto il via libera dal Tribunale per i Minorenni, il gip emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque minorenni di cui quattro ragazzi ed una ragazza.
La ragazza ed uno dei ragazzi sono già detenuti, sempre per condotte di rapina e altri reati contro la persona ed il patrimonio, presso Istituto di pena Minorile. Gli altri tre giovani sono stati, invece, rintracciati presso le loro abitazioni domenica mattina presto: due di loro saranno trasferiti in un Istituto di Pena Minorile mentre il terzo sarà collocato in Comunità.
Le accuse
I fatti addebitati ai minori sono gravi: gli indagati avrebbero posto in essere reati predatori, commessi in gruppo, con violenza alla persona in modo reiterato e con spregiudicatezza.
Le modalità di commissione delle condotte delineerebbero una spiccata propensione dei giovani all'aggressività verbale e fisica come modalità abituale del proprio agire, nel contesto di atti di prevaricazione gratuiti, creati per futili motivi e finalizzati alla commissione di sistematiche rapine. Tutti risultano, tranne uno, gravati da alcune segnalazioni per reati della stessa tipologia di quelli contestati ora. Per questi motivi, considerata la natura, la gravità delle imputazioni, la condotta posta in essere, nonché l'intensità del pericolo di reiterazione criminosa, l'autorità giudiziaria ha ritenuto idonea l'applicazione della misura cautelare in carcere.