Accende il tablet al lavoro e viene licenziato
Accende il suo tablet personale in azienda, viene licenziato e il giudice gli dà torto. E’ l’incredibile vicenda accaduta a Mounir Soussi, di origine marocchina, residente a Senago ed ex dipendente della Ivm Chemicals.
Accende il suo tablet personale in azienda, viene licenziato e il giudice gli dà torto. E’ l’incredibile vicenda accaduta a Mounir Soussi, di origine marocchina, residente a Senago ed ex dipendente della Ivm Chemicals.
Accende il tablet: licenziato
Come riporta Settegiorni Bollate-Garbagnate in edicola da venerdì 23 febbraio il 59enne, padre di famiglia, con moglie e due figli a carico, ora è senza lavoro e la sentenza del tribunale di Milano dello scorso 16 febbraio gli è stata sfavorevole. I fatti risalgono al 31 gennaio del 2017: «Verso le 4.30 del mattino - spiega Mounir, che lavorava come portiere nella ditta chimica senaghese -, mi sono accorto che il cellulare aziendale era scarico. Per questo motivo, al fine di garantire l’espletamento delle mie mansioni ed effettuare il giro di controllo, ho associato temporaneamente alla mia utenza whatsapp, su tablet di mia proprietà, il numero dell’utenza aziendale".
Il regolamento parla chiaro
«Per ragioni di sicurezza è tassativamente vietata anche la sola introduzione di dispositivi elettronici all’interno dello stabilimento, ad eccezione di quelli rispondenti alla specifica normativa». Il dipendente, inoltre, «ha sottoposto a un potenziale rischio di esplosione l’intero stabilimento e, se avesse avuto necessità di comunicare con i responsabili, avrebbe potuto tornare in centralino e utilizzare l’apparecchio fisso».
Ora il ricorso
Secondo il giudice, quindi, «il fatto contestato appare di gravità tale da giustificare la sanzione irrogata in ragione anche dalla gravità delle possibili conseguenze».
Mounir ha ora annunciato che, tramite il suo legale, farà ricorso.