Ylenia, la bodybuilder vegana che stupisce
La trentenne racconta la sua esperienza in cui concilia l'attività sportiva con la dieta vegana
Vive a Canegrate, lavora a Pregnana e si allena a Nerviano Ylenia Riolo, la 30enne capace di conquistare il mondo del Bodybuilding seguendo al contempo una dieta vegana.
Bodybuilder vegana
Negli ultimi mesi in particolare l’atleta canegratese è riuscita a raccogliere importanti soddisfazioni: un primo posto nella categoria «bikini» del «Regional qualifier Invictus Cup NPC worldwide», gara qualificante per poter accedere alle competizioni estere con qualificazione alla pro card (circuito professionistico ), un quinto posto al «Mr Big Evolution pro qulifier» tenutosi all’Estoril in Portogallo a fine aprile, infine il primo posto sempre categoria «Bikini» al «Ben Weider Npd Worldwide» di Alicante, in Spagna, il 12 maggio.
Ylenia Riolo
Successi che riempiono di orgoglio l’atleta 30enne, in particolar modo perché ottenuti senza rinunciare al proprio stile di vita vegano. Un’attività iniziata quasi per gioco, come spesso capita, ma che giorno dopo giorno ha conquistato Ylenia grazie all’impegno, alla disciplina e alla meditazione necessarie per riuscire a cesellare il proprio corpo.
«Il bodybuilding ti porta in una dimensione tutta tua, dove esisti tu, le tue paure e la tua forza interiore. Ed è questo insieme a ricreare il tuo vero io - racconta Ylenia - . A volte ci si perde, e ritrovarsi diventa una prova così ardua e terrificante, ma scoprirsi ed affrontare il tuo corpo ti può salvare la vita . Mantenere la costanza, la concentrazione e salire sul palco non è così facile. Seguire con precisione le indicazioni che il tuo preparatore ti dà, alimentazione , allenamento, riposo. Io ho trovato la guida nel mio preparatore Fabrizio Liparoti. Pesavo 80 chili , un giorno ho deciso di cambiare. Di diventare vegana e prendere una posizione che potesse rendermi orgogliosa. Smentire tutte le dicerie del “vegano non si può “: mi sono ritrovata sui migliori palchi, conquistando anche primi posti. Mi sono ritrovata ad avere una condizione fisica e mentale per poter affrontare al meglio tutto il percorso. E non è così scontato. Calorie basse, allenamenti duri, il lavoro, la famiglia. Per gestire tutto servono passione e tanta voglia di rivincita con te stessa, perché per quanto sia uno sport in cui c’è il confronto con altre atlete, ed un giudizio da giuria, ciò che è più importante è riuscire ad essere fiero di ciò che si sta portando sul palco . Il tuo corpo e la tua anima. Lo dico sempre ; se la tua anima non ha imparato a ballare , il tuo corpo non riuscirà a comunicare . Arrivo da un trascorso in cui mangiare mi appagava , mi faceva sentire al sicuro . Il cibo mi portava a nascondere tutta la mia tristezza e non capacità di cambiare certe situazioni vissute . Ed ancora oggi non posso dire di essere guarita da questo , ma il bodybuilding riesce a salvarmi ogni volta che penso di non essere abbastanza forte per questo mondo . Ed il mio guscio sicuro diventa la palestra , dove posso superare i miei limiti , dove posso esprimere la mia vera forza e resistenza interiore ed esteriore. Portare sul palco il mio essere atleta vegana mi regala la speranza che, un giorno, le persone possano rendersi conto che possiamo essere tutto ciò che desideriamo senza dover incombere a sofferenze , senza dover contribuire ad un sistema di sfruttamento animale. E soprattutto non selezionare animali di serie a e di serie b».