Una rete di sostegno a domicilio per gli anziani più fragili: al via la sperimentazione
Selezionati i 26 utenti che saranno assistiti grazie a un partenariato che ha come capofila la Fondazione Sant'Erasmo di Legnano.
Con la selezione dei 26 utenti che prenderanno parte alla sperimentazione, ha preso il via in questi giorni la fase operativa di "La cura condivisa", il progetto che mira a creare una rete di sostegno domiciliare per gli anziani di Legnano.
"La cura condivisa" per gli anziani più fragili
Strutturata da un partenariato che ha come capofila la Fondazione Sant’Erasmo (e che coinvolge anche Auser Ticino Olona, Uildm e Associazione Amici del Sant'Erasmo), l'iniziativa ha ricevuto nel 2023 un finanziamento da Regione Lombardia. L'obiettivo del progetto è sperimentare una rete di sostegno agli anziani del territorio a partire da un gruppo ristretto di utenti, mentre punto di partenza sono gli indirizzi di riforma socio-sanitaria attivati da Regione Lombardia che mirano al potenziamento dei servizi territoriali attraverso il rafforzamento della integrazione socio-sanitaria.
Gli anziani che nella prima fase del percorso sono stati individuati come utenti finali del progetto hanno in comune la situazione di "povertà", intesa non solo come carenza di risorse economiche e finanziarie per far fronte alle esigenze materiali e alimentari quotidiane, ma anche e soprattutto come assenza di relazioni sociali, lontananza o mancanza di famigliari, oppure presenza non continuativa del caregiver.
Gli utenti che partecipano al progetto
La prima fase si è dunque conclusa con la selezione dei 26 utenti, uno in più rispetto al previsto: si tratta di 19 donne e sette uomini, con un’età media di 80 anni. Alla selezione dei casi hanno partecipato l’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Legnano, l’Azienda ospedaliera, la Caritas San Magno, mentre le banche dati prese in considerazione sono quelle degli utenti del servizio pasti a domicilio, del progetto Estate gentile attivato ogni anno dal Comune e da Auser oltre a quelli del servizio di Rsa aperta.
Tra gli obiettivi del progetto c’era quello di identificare utenti con una situazione economica e relazionale complessivamente difficile: cinque degli utenti infine selezionati hanno entrate mensili che non superano i 500 euro, sette tra i 550 e i mille euro mensili, 13 superano i mille euro mensili, mentre una persona ha preferito non dichiarare. Per quanto concerne la situazione relazionale e la possibilità di trovare un aiuto nella ristretta cerchia di famigliari e amici, in quattro casi risulta assente ogni forma di caregiver, in quattro casi il supporto viene offerto da un amico, in tre casi il caregiver di riferimento è fisicamente lontano (anche fuori regione); in cinque casi si tratta di caregiver fittizi, mentre per sette degli utenti che prenderanno parte al progetto il caregiver è invece presente. In tre casi infine è presente un amministratore di sostegno (due avvocati e un’amica convivente). L’ultimo riferimento utile per la selezione degli utenti riguarda infine la situazione sanitaria: venti utenti hanno una deambulazione autonoma/cautelata, mentre sei una deambulazione parzialmente autonoma oppure non autonoma.
Il supporto dell’Asst
Nel percorso di avvicinamento alla selezione finale degli utenti, il progetto ha avuto l'appoggio diretto del Distretto di Legnano dell'Asst: nella lettera inviataci dalla Direttrice del Distretto, Alessandra Colombo, e dal referente Attività Dapps del Polo territoriale, Maria Josè Rocco, i referenti del Distretto "nell'ambito della rete di sostegno domiciliare agli anziani, in collaborazione con i servizi afferenti alla Casa di Comunità di Legnano" si sono detti "contenti di poter partecipare e sostenere il progetto" proposto dalla Fondazione. In quell'occasione era stata la dottoressa Fabrizia Grandelis, Responsabile area rete territoriale di Legnano, a sottolineare che "con gli Infermieri di Famiglia del Territorio Legnanese" erano già stati individuati "gli assistiti residenti a Legnano che potrebbero essere idonei al progetto". Una collaborazione fondamentale, auspicata nelle prime fasi di costruzione del progetto, e che ha infine condotto all'identificazione definitiva degli anziani da assistere.
Il progetto
Il progetto, che ha ricevuto anche il supporto della Banca di credito cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, si propone di erogare una serie di servizi di supporto per tradurre in concreto e misurare "sul campo" gli obiettivi di integrazione socio-sanitaria, garantendo un monitoraggio continuo delle condizioni psico-fisiche e un aiuto costante per affrontare i bisogni materiali della vita quotidiana. Tra i servizi minimi che il progetto svilupperà per ogni utente: la telefonia sociale (chiamate telefoniche in uscita verso i 26 anziani per tutti i 18 mesi di durata del progetto e recall per chiamate in entrata verso anziani bisognosi di compagnia o di servizi), una visita infermieristica ogni mese, almeno sei screening sanitari nel periodo di svolgimento del progetto, servizi di trasporto sociale o socio-sanitario, aiuto alla spesa, consegna e ritiro di esami/farmaci. Una quota del budget di progetto sarà poi destinato a forniture alimentari gratuite all’utenza bisognosa, mentre per quanto concerne i momenti di condivisione è prevista l’organizzazione di numerosi eventi ludico-animativi. Oltre a questi servizi minimi, il progetto prevede un medico di supporto al servizio infermieristico per consulti e/o visite, la fornitura di beni alimentari, un servizio di piccole riparazioni domestiche, pulizia straordinaria delle abitazioni e servizi di assistenza fiscale o giuridico-amministrativa: in estrema sintesi tutto ciò che ha direttamente a che fare con le piccole e grandi difficoltà potenziali che un soggetto anziano deve affrontare nel vivere quotidiano.Il progetto, inoltre, punta a coinvolgere anche i famigliari e i caregiver di riferimento degli anziani e tutti gli enti, i soggetti e gli attori del welfare locale.
Il finanziamento
Il bando di Regione Lombardia a cui ha partecipato il partenariato riguardava "Progetti per lo svolgimento di attività di interesse generale da parte di organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del terzo settore 2023-25". Il progetto prevede una spesa pari a 123.846,43 euro ed è stato selezionato e finanziato da Regione Lombardia con 99.077,14 euro.
Il cronoprogramma
Il progetto ha preso il via lo scorso ottobre e la sua durata complessiva è fissata in 21 mesi: due riservati alla fase di progettazione esecutiva, selezione dell’utenza, allestimento e preparazione materiale dei servizi; 18 mesi destinati all'erogazione materiale dei servizi; uno per la rendicontazione finale.
Nella foto di copertina: la Fondazione Sant'Erasmo