L'iniziativa

Una mostra per ricordare la strage di piazza Fontana

Tra le vittime Carlo Garavaglia, classe 1902, nato e cresciuto a Casone in una famiglia di contadini

Una mostra per ricordare la strage di piazza Fontana

Una mostra, allestita nella Biblioteca di Mesero a partire da domani, mercoledì 10 dicembre, per ricordare la strage di piazza Fontana e le sue vittime.

La vicenda

Il 12 dicembre 1969 era un venerdì, come sarà anche quest’anno. Una giornata che rimarrà nella memoria di tutti gli italiani. Alle 16.37 una bomba esplose all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana a Milano, giusto dietro al Duomo e accanto all’Arcivescovado. Un’orrenda strage, morirono subito 13 persone e altre quattro a distanza di tempo, un centinaio furono i feriti.

La vittima di Casone

Tra le vittime Carlo Garavaglia, classe 1902, nato e cresciuto a Casone in una famiglia di contadini. Era in banca perché il venerdì pomeriggio si teneva il consueto mercato, inteso come compravendita di terreni agricoli e bestiame. Carlo aveva 67 anni, era vedovo e viveva con l’unica figlia Eugenia a Corsico. Era in pensione, dopo aver venduto il suo negozio di macelleria e faceva da mediatore per l’acquisto e la vendita di animali da allevamento. In banca era seduto al grande tavolo posto al centro della sala di ingresso. Stava chiacchierando con alcuni clienti, quando entrò un uomo, che lasciò proprio sotto il tavolo una valigetta di pelle nera. Alle 16.37 la valigetta esplose e di Carlo non rimasero che brandelli. La sorella Maria, chiamata successivamente per il riconoscimento della salma, ha fatto fatica a riconoscere da quei pochi resti il Carletto, come veniva chiamato affettuosamente, anche se era un uomo alto più di un metro e ottanta per oltre cento chili.

Il ricordo attraverso una mostra

A distanza di 56 anni da questo tragico evento, la ferita che aveva prodotto allora non è ancora rimarginata. Anche la città di Mesero ricorderà questo importante avvenimento della storia di Italia e in particolare Carlo Garavaglia, la vittima del paese accanto, con una mostra dedicata. «Non desideriamo che tutto cada nell’oblio – afferma il sindaco Davide Garavaglia – Con questa mostra vogliamo ricordare a chi c’era e insegnare a chi non c’era, come me, una tristissima pagina di storia della nostra Italia».

La mostra si articola in una raccolta di giornali d’epoca (raccolti da Luigi Ferrari) e da ritagli di giornali dal 1969 fino ai giorni nostri. L’allestimento è stato curato dalla bibliotecaria Giulia Braga e da Laura Ferrari, familiare della vittima. L’esposizione sarà visionabile nella biblioteca di Mesero a partire da domani, mercoledì 10 dicembre, per quindici giorni con i seguenti orari: martedì dalle 10 alle 12.30; mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle 16 alle 18.30; sabato dalle 10 alle 12.30 e domenica dalle 10 alle 12.

La mostra nella Biblioteca di Mesero