Una Messa per il centenario della chiesa di San Vittore
Venerdì sera di festa a Villa Cortese con l'arrivo di monsignor Mario Delpini
Un secolo di vita per la chiesa parrocchiale di San Vittore di Villa Cortese: per celebrare il traguardo è stata celebrata una Messa speciale
Una Messa per festeggiare la chiesa di San Vittore
Esattamente cento anni fa l'edificio dedicato a San Vittore fu consacrato e aperto ai fedeli. Per l'occasione, il parroco don Maurizio Toia e la comunità cristiana del paese hanno organizzato una lunga serie di eventi tra cui, ieri sera, venerdì 21 ottobre 2022, quello più importante: l'arrivo dell'arcivescovo di Milano Mario Delpini che ha presieduto la solenne celebrazione del centenario di consacrazione della chiesa. Ad accogliere monsignor Delpini in piazza Vittorio Veneto c'erano anche le autorità (sindaco escluso perché costretto a casa da un attacco influenzale) e il corpo musicale San Filippo Neri.
L'accoglienza dell'arcivescovo
"Bentornato vescovo Mario, dopo il più che vivace incontro con i ragazzi dell'oratorio estivo è di nuovo a Villa Cortese, questa volta per celebrare il centenario di dedicazione della nostra chiesa parrocchiale rimessa a nuovo, anzi riportata alle fattezze degli inizi dopo un notevole intervento di restauro - ha esordito don Maurizio Toia - Nella relazione della solenne funzione consacratoria del 21 ottobre 1922 spiccano tre note del parroco di allora. La prima rivela che il tempo, sempre sereno nei giorni precedenti, regalò acqua da mattino a sera, guastando non poco l'apparato della festa. Perciò, eccellenza, si rassegni a interpretare la pioggia che ci bagna come una tradizione biblica del nostro borgo. Ciò che invece riporta la seconda annotazione a mio parere è consigliabile che non si ripeta di nuovo, perché precisa che la funzione si protrasse per quasi quattro ore... Se l'arcivescovo fosse tentato di eguagliare il record, lo avverto sommessamente che a Villa cortese abbiamo il sonno facile. La terza nota però merita una più seria considerazione: dice che il rito si svolse con grande edificazione del popolo, cioè penso che tornarono a casa con una buona intuizione capace di accendere nuovo fervore, forse la stessa intuizione suggerita dal Vangelo di oggi: sia il nostro tempio invitante, accessibile, ospitale come l'albero di Zaccheo, perché vi trovino soddisfazione il desiderio e il bisogno di affacciarsi su Gesù, oltre la siepe, purtroppo anche qui sempre più alta, dell'indifferenza e della tranquilla estraneità rispetto alla preghiera e alla ricerca di Dio. Ora, al nostro vescovo chiediamo di spezzare per noi il pane della parola e dell'Eucaristia, perché il Signore entri ancora oggi in questa casa e ci colmi della sua presenza che salva".
La risposta di monsignor Delpini
L'arcivescovo ha salutato "questa chiesa piena di luce, piena di gente e di desiderio di incontrare il Signore" e ha proseguito invitando tutti a celebrare "con gioia e anche con fierezza questo anniversario, la fierezza di aver custodito questo tempio, di averlo abitato e di averlo reso luminoso".
Nel ringraziare don Maurizio e i suoi collaboratori e tutti coloro che hanno preparato la celebrazione, tutti i presenti, l'Amministrazione comunale "che con la sua presenza dice il desiderio che le istituzioni siano alleate per il bene comune, ciascuna nel suo ambito, però insieme al servizio della gente", i rappresentanti delle associazioni "che sono il segno della vivacità di questa comunità", monsignor Delpini ha detto:
"Mi piacerebbe che nel chronicon di questa giornata, insieme alla descrizione dei preparativi della festa e alla narrazione del suo svolgimento, don Maurizio scrivesse tre parole, che possiamo prendere come programma di vita: luce, ardore e benedizione. Mi piacerebbe che don Maurizio scrivesse: 'La chiesa era piena di luce, questo simbolo della luce come un messaggio che la Chiesa vuole dare al territorio; la gente era piena di ardore, di quel fuoco acceso dentro, che è gioia, che è desiderio, che è passione; e grazie alla benedizione del Signore impartita dall'arcivescovo ciascuno portava dentro si sé la certezza che la propria vita è benedetta da Dio".
Sempre da ieri sera, è a disposizione il libro "Cent’anni di fede e di storia", che racconta il secolo di vita della chiesa parrocchiale.