Un sit-in di protesta per la morte del cane Uma
E' andato in scena nella mattinata di ieri, domenica 26 novembre, di fronte alla stazione ferroviaria di Parabiago. Presenti un centinaio di persone. Gli animalisti hanno chiesto il divieto di caccia nel Parco del Roccolo
Un sit in di protesta in memoria del cane Uma, ucciso domenica 12 novembre a Parabiago con un colpo di fucile. E' quello andato in scena nella mattinata di ieri, domenica 26 novembre, di fronte alla stazione ferroviaria. Erano presenti un centinaio di persone alla manifestazione che ha poi visto sfilare il corteo degli animalisti in direzione degli spazi del Parco del Roccolo. Un'occasione servita a condannare le attività di caccia nell'area verde parabiaghese.
I protagonisti del sit in
In campo c'erano gli attivisti del Fronte animalista, Meta Milano, Avi associazioni vegani internazionale, No mattatoio Milano e Partito animalista italiano. Alcuni erano reduci dall'incontro avuto nei giorni scorsi col sindaco Raffaele Cucchi. A quest'ultimo gli animalisti hanno chiesto un'ordinanza per impedire la pratica venatoria all'interno della porzione parabiaghese del Parco del Roccolo. Una richiesta questa che non è stata accolta da parte del primo cittadino e che ha così mandato su tutte le furie proprio i protagonisti del sit in.
La testimonianza della proprietaria di Uma
A prendere la parola, tra gli altri, è stata la proprietaria di Uma, Sarah Giansoldati.
"Una normalissima passeggiata domenicale, il 12 novembre scorso, si è trasformata in tragedia. Il nostro cane Uma non è più tornata a casa - ha scandito Sarah - Quella per cui siamo scesi in campo oggi non rappresenta una battaglia tra cacciatori e animalisti ma una battaglia comune, che va condivisa da tutti. Un altro passo e c'era mio figlio per terra. La caccia nel Parco del Roccolo è una pratica aberrante".
"Lo Stato vieti la caccia", il coro unanime degli animalisti
I promotori della manifestazione hanno poi chiesto all'unanimità che lo Stato intervenga per porre un freno alla pratica venatoria:
"Lo Stato - hanno infatti scandito - intervenga e faccia sì che ci sia una legge che vieti la caccia. E soprattutto che i cacciatori siano moralmente corretti. I cacciatori si giustificano dicendo che la loro attività è importante per mantenere l'equilibrio ecologico: questo è falso.