Tre infermiere dell'Asst Ovest Milanese fra i volontari in Madagascar
La prima fase del progetto è stata l'individuazione dei bambini da sottoporre a screening

Un gruppo di tre infermiere ed un osteopata dell'Asst Ovest Milanese, uniti dalla passione per la cura e l'assistenza, ha recentemente partecipato a una missione umanitaria in Madagascar, insieme ad altri volontari, focalizzandosi sulla lotta contro la malnutrizione che affligge numerose comunità locali.
Tre infermiere dell'Asst Ovest Milanese fra i volontari in Madagascar
Le tre infermiere dell’ASST Ovest Milanese sono Silvia Castiglioni, coordinatrice infermieristica del Pronto Soccorso di Magenta, Laura Merlini, coordinatrice infermieristica della Rianimazione di Legnano, e Maria Angela Poma, infermiera 118 dell’Auto Medica di Legnano.
Il progetto è supportato dall'associazione di volontariato H&T ODV, che da anni opera in questo Paese, attraverso progetti sanitari ed educativi, con l'invio due volte all'anno di volontari.
Il Madagascar, uno dei paesi più poveri del mondo, affronta sfide significative legate alla malnutrizione. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una percentuale preoccupante della popolazione malgascia, in particolare i bambini sotto i cinque anni, soffre di malnutrizione cronica. Le cause principali sono una combinazione di fattori economici, climatici e sociali che limitano l'accesso a cibi nutrienti e a una dieta equilibrata.
La lotta alla malnutrizione in Madagascar
La missione contro la malnutrizione in Madagascar ha visto una proficua e fondamentale collaborazione con le Suore Nazzarene, una congregazione religiosa impegnata da anni nel paese a supporto delle comunità più vulnerabili. Obiettivo del gruppo era fare uno screening, arruolare e fornire farine arricchite e assistenza sanitaria diretta a bambini e famiglie che vivono in condizioni di povertà estreme, nella piccola comunità di Mananovy, nel sud del Madagascar.
Le infermiere hanno effettuato screening e rilevazioni antropometriche, fornito consulenza sulle buone pratiche alimentari e distribuito alimenti fortificati per combattere la malnutrizione. Inoltre, hanno partecipato a sessioni educative per insegnare alle mamme come preparare pasti nutrienti con risorse limitate, sfruttando al meglio gli ingredienti locali.
Le fasi del progetto
La prima fase del progetto è stata l'individuazione dei bambini da sottoporre a screening. In collaborazione con le Suore Nazzarene sono stati selezionati 403 bambini appartenenti a diverse comunità, con particolare attenzione a quelli con evidenti segnali di malnutrizione. La selezione è avvenuta in modo capillare, coinvolgendo anche le famiglie per assicurarsi di includere tutti i bambini potenzialmente vulnerabili.
Rilevazione antropometrica: peso, altezza e Muac (Mid-Upper Arm Circumference).
In questa fase, le infermiere hanno utilizzato bilance pediatriche e misuratori di altezza per raccogliere dati accurati sullo sviluppo fisico dei bambini.
Il Muac è particolarmente utile per identificare rapidamente i casi di malnutrizione, poiché una circonferenza del braccio troppo piccola è un segno di carenza grave di nutrienti.
Una volta raccolti i dati, è stato possibile classificare i bambini in diverse categorie di rischio nutrizionale. I bambini che presentavano malnutrizione sono stati indirizzati a programmi specifici di trattamento nutrizionale, che prevedevano l’utilizzo di farine arricchite con supplementi vitaminici e, in alcuni casi, l’ospedalizzazione.
Farine arricchite e altri prodotti
Le farine arricchite sono prodotti alimentari a base di farina che sono state arricchite con vitamine, minerali e altri nutrienti essenziali, al fine di migliorare la qualità nutrizionale di una dieta che potrebbe essere carente di questi elementi vitali. Queste farine vengono spesso utilizzate in contesti di emergenza e in paesi con alte percentuali di malnutrizione.
Una delle modalità più comuni di preparazione delle farine arricchite è quello di creare un porridge. Le suore sono state istruite alla preparazione del porridge, distribuito giornalmente ai bambini.
Le farine arricchite sono particolarmente vantaggiose per i bambini per raggiungere un livello adeguato di nutrizione durante i primi anni di vita, un periodo cruciale per lo sviluppo fisico e cognitivo.
Le infezioni parassitarie sono molto diffuse in molte regioni del mondo, specialmente nei paesi in via di sviluppo, dove condizioni igieniche inadeguate e l'accesso limitato a servizi sanitari contribuiscono alla loro propagazione. Per affrontare questa problematica, è stato effettuato a tutti i bambini lo screening parassitario e somministrate le terapie appropriate.
Lo screening di 403 bambini
Lo screening di 403 bambini con rilevazioni antropometriche è stato un passo fondamentale per identificare e trattare i casi di malnutrizione a Mananovy.
“Le misurazioni di peso, altezza e Muac – raccontano le infermiere - hanno permesso di intervenire in modo preciso e tempestivo, riducendo il rischio di complicazioni legate alla malnutrizione stessa. Il progetto, purtroppo, non si è concluso con questa sola fase, ma ha posto le basi per un lavoro a lungo termine che mira a sensibilizzare le comunità e a migliorare la sicurezza alimentare nel villaggio. Quando ci si immerge in un contesto di volontariato, ci si rende conto della bellezza e dell'importanza di aiutare, ma anche delle difficoltà e delle sfide che si incontrano lungo il percorso. Le difficoltà logistiche, la carenza di risorse e la diffidenza iniziale della popolazione sono stati ostacoli non indifferenti. Tuttavia, grazie alla determinazione e alla professionalità del gruppo, è stato possibile creare un legame di fiducia. La risposta positiva delle famiglie è stata un segnale incoraggiante”.
Il progetto avrà un impatto duraturo: verranno fornite farine arricchite per 3 anni dall'arruolamento dei bambini. Il gruppo è convinto che il lavoro non debba fermarsi al termine della missione e che occorra proseguire con interventi a lungo termine.
“La nostra esperienza – proseguono - ha messo in evidenza non solo la forza della solidarietà, ma anche l'importanza dell’educazione, della prevenzione e della promozione della salute come strumenti fondamentali per sconfiggere la malnutrizione e migliorare la vita di molte persone. Un'esperienza di missione di volontariato è un viaggio che tocca profondamente le emozioni di chi vi partecipa”.