Tony Militi conquista il bronzo ai mondiali della pizza
Il pizzaiolo di Marcallo con Casone è giunto terzo nella categoria pizza in pala ai campionati tenutisi a Parma
Un bronzo che vale oro per Antonino Militi, in arte Tony, che è giunto terzo nella categoria pizza in pala alla 31esima edizione dei campionati mondiali della pizza, tenutisi a Parma il 9, 10 e 11 aprile.
Tony Militi bronzo ai mondiali della pizza
Grande soddisfazione per il pizzaiolo di Marcallo, da anni alla guida del centralissimo locale Pizza da Tony, che non è nuovo a questo genere di competizioni culinarie:
«Sono sette anni che gareggiamo. L’anno scorso sono arrivato ottavo e quest’anno non me l’aspettavo il terzo posto, anche se comunque io punto sempre in alto».
Oltre mille partecipanti di 54 nazionalità diverse: questi alcuni numeri del campionato in cui Militi ha primeggiato e che rendono ancora più gratificante il posizionamento finale in classifica. Un risultato figlio anche del lavoro di squadra, come racconta l’artigiano della pizza:
«Dal 2018 fino a oggi abbiamo creato un gruppo, dal nome A-Team, assieme a un mio collega di Torino con cui partecipiamo a questo tipo di gare. Infatti chi ha vinto il primo premio di pizza in pala è sempre uno del nostro team»
Funzionale a questa modalità cooperativa è il procedimento stesso dell’assegnazione dei punteggi nelle singole gare:
«Ognuno di noi si iscrive alla categoria in cui vuole partecipare e poi arriva l’iscrizione della squadra. Ogni partecipante di un team raggiunge il proprio punteggio nelle rispettive prove e poi questo viene sommato per ottenere il punteggio complessivo della squadra. Poi magari la squadra non arriva sul podio, però se il singolo ha fatto un buon piazzamento lo possono premiare come hanno fatto con me».
I segreti per creare un buon prodotto
Realizzare una buona pizza non è però soltanto questione di tecnica. È necessaria infatti una certa dose di creatività e finanche di emotività, con la quale poter catturare il gusto decisivo direttamente dai cassetti della nostra memoria.
«Io ho tutto un mio studio dietro alla pizza che ho creato e che ho portato al mondiale, perché si ispira a un prodotto che mia nonna mi cucinava quando ero piccolo e andavamo in vacanza da lei in Sicilia. Lo abbiamo testato in più occasioni aggiustando il tiro di volta in volta per giungere a un risultato finale che ci soddisfacesse».
Ovviamente nel giudicare una pizza c’è anche una componente di tipo estetico oltre a quella prettamente organolettica:
«Come si dice anche l’occhio vuole la sua parte. Se è bella dovrebbe essere anche buona. La mia era sia bella che buona (ride ndr)».
In questo senso l’attenzione per gli ingredienti è stata posta non soltanto sotto l’aspetto qualitativo ma anche sotto il profilo ecosostenibile. La squadra di Militi ha infatti gareggiato anche nella categoria «della pizza con il maggior rispetto dell’ambiente, vale a dire senza sprecare nessun ingrediente:
«Ad esempio la buccia della patata che ho usato per la caponata che ho messo come condimento l’ho lavata, l’ho asciugata e poi cotta a bassa temperatura facendola diventare una chips. Una pizza tutta siciliana che quest’anno mi ha portato fortuna».
Lo sguardo va ora alle prossime gare, con la speranza che il nome di Tony Militi e quello di Marcallo possano ancora brillare nel firmamento della pizza.