Saluta un altro medico, preoccupazione in città

Verrà sostituito?

Saluta un altro medico, preoccupazione in città
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Si aggrava la carenza di medici di base a Cornaredo.

Medici di base

Un altro medico, il dottor Fabio Biondi ha comunicato (una cortesia spesso non fatta da altri professionisti) ai propri assistiti che dal 29 settembre cesserà la propria attività di medicina generale. E’ un’altra clava che si abbatte sui cittadini cornaredesi ed altre si preannunciano nel breve periodo a causa del pensionamento di altri medici. I cittadini più che disagio ormai percepiscono uno stato di smarrimento, in particolare i più deboli e gli anziani: è una rincorsa ai pochissimi posti disponibili con altri medici oppure, se non cambiano le condizioni, costretti a trovare assistenza fuori dal Comune o tramite la medicina privata. Il nascente comitato dei cittadini a tutela della salute territoriale ha già raccolto oltre mille firme su una petizione popolare di protesta rivolta agli organi istituzionali ed il numero tende ad aumentare sempre più. Molti sono coloro che si son resi disponibili a fare la loro parte per sensibilizzare e sostenere iniziative su questa questione che tocca la salute e l’assistenza territoriale e nelle prossime settimane sarà organizzata una iniziativa pubblica che si preannuncia già molto partecipata. Il Comune da parte sua ha messo a disposizione dei locali per un ambulatorio da assegnare, tramite un bando, ad un medico di base.

Comitato per la salute

«Era una decisione che già avevamo preso ed attuato come giunta al fine di incrementare la presenza di medici di base sul nostro territorio in attesa della casa di comunità di ASST rhodense, ci auguriamo che tale scelta venga rispettata e che la procedura raggiunga l’obbiettivo di garantire una ulteriore presenza ambulatoriale di medicina generale» spiega Mary Vono che è tra i promotori del Comitato. «I cittadini sono preoccupati poichè non intravedono una soluzione neanche nel medio periodo ed è grave che una struttura destinata a “Casa di Comunità”, individuata nel bene confiscato alla ndrangheta in via Vanzago, sia ancora ferma mentre ASST rhodense ne prevede l’eventuale apertura entro il 31 dicembre 2025. Se esistono difficoltà si attivino tempestivamente le idonee soluzioni poiché, altresì, è un messaggio devastante il lasciare abbandonato per così tanti anni un bene confiscato nell’incuria delle Istituzioni».

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