Rotary e Ordine di Malta uniti per i bambini di Betlemme
Cooperazione internazionale per aiutare i neonati prematuri

Parliamo della Cooperazione internazionale promossa dal Rotary Club Morimondo Abbazia e dall’Ambasciata dell’Ordine di Malta a Monaco, insieme al Rotary Club du Monaco, al Rotary Club di San Marino e al Rotary Club di Betlemme, allo scopo di fornire due Open Incubator , incubatrici di ultima generazione, all’Holy Family Hospital di Betlemme.
Operazione da 45 mila euro
Un’operazione del valore complessivo di circa 45mila euro, che mira ad aumentare la capacità di assistere neonati prematuri e critici, mantenendo i posti letto in Terapia intensiva neonatale. L’iniziativa nasce grazie all’impegno dell’Ambasciata dell’Ordine di Malta a Monaco, da anni attiva nel promuovere progetti sanitari e umanitari nella regione mediorientale nell’ambito del programma Make A Wish Donation. Grazie alla profonda conoscenza del contesto locale e al dialogo diretto con le strutture sanitarie del territorio, l’Ambasciata ha individuato l’urgenza di rinnovare le attrezzature neonatali dell’Holy Family Hospital, unico ospedale della regione in grado di offrire cure intensive ai neonati prematuri.
Il Rotary Club Morimondo Abbazia (Distretto 2050), quale club proponente e coordinatore internazionale del progetto, ha promosso una rete internazionale per trasformare questa esigenza in un progetto concreto. Hanno risposto con impegno il Rotary Club Bethlehem (Distretto 2452), club ospitante in loco e, in qualità di partner, il Rotary Club du Monaco e il Rotary Club di San Marino (Distretto 2072). È particolarmente significativo vedere come due importanti «piccoli stati», Monaco e San Marino, abbiano scelto di collaborare attivamente insieme a questo progetto umanitario.
4500 nascite ogni anno
L’Holy Family Hospital è l’unica struttura nella regione di Betlemme in grado di offrire cure neonatali intensive, con oltre 4.500 nascite ogni anno. La Neonatal Intensive Care Unit (Nicu) dell’ospedale si prende cura in particolare dei neonati prematuri nati prima della 32esima settimana e con peso inferiore ai 450 grammi, bambini estremamente fragili che necessitano di supporti tecnologici avanzati e continui. In un contesto complesso come quello palestinese, trasferire questi piccoli pazienti in strutture esterne, ad esempio a Gerusalemme, è spesso impossibile o estremamente complicato, a causa dei checkpoint, delle autorizzazioni e dei lunghi tempi di attesa, incompatibili con l’urgenza delle condizioni cliniche. Per questo motivo, dotare l’ospedale di attrezzature all’avanguardia è una priorità assoluta.
L’idea di questa iniziativa è nata a marzo 2025 e in pochissimo tempo ha visto l’approvazione della fase istruttoria e del relativo finanziamento: un risultato straordinario in tempi record, che lo rende ancora più importante in un contesto geopolitico tanto complesso e fragile, dove a volte è estremamente difficile garantire l’arrivo di aiuti umanitari. Ora si apre la fase operativa del progetto, che vedrà tutti i partner coinvolti collaborare attivamente per completare la raccolta dei fondi, finalizzare gli ordini di acquisto, organizzare la logistica di consegna e pianificare le attività di formazione per il personale medico e le neomamme.
«Questo progetto è la dimostrazione di ciò che possiamo realizzare insieme quando mettiamo al centro i bisogni reali delle persone - dicono Davide Carnevali, responsabile del Progetto Internazionale, e Martina Forti, neo presidente del RC Morimondo Abbazia - È un’iniziativa fortemente voluta in un’area così complessa e delicata, ed è anche il primo Global Grant nella storia del nostro club. Vogliamo ringraziare di cuore tutti i partner internazionali, i Rotary Club che hanno risposto con grande determinazione e l’Ambasciata del Sovrano Militare Ordine di Malta presso il Principato di Monaco, per l’impegno nel portare avanti progetti di questa portata in una zona dove, a volte, sembra quasi impossibile garantire aiuti umanitari. Un grazie sincero anche alla Rotary Foundation per l’opportunità offerta attraverso le sovvenzioni globali, che permettono di realizzare progetti così importanti e concreti».
E Maggie Hazou del Rotary Club Bethlehem, co-responsabile del progetto in loco, ha aggiunto:
«La situazione in Cisgiordania rimane estremamente tesa e instabile. La vita quotidiana è segnata da restrizioni sempre più severe, incursioni militari, violenze da parte dei coloni e una crisi economica in peggioramento. Gli spostamenti sono fortemente limitati e molte comunità affrontano sgomberi e insicurezza. La situazione umanitaria continua a deteriorarsi, con accesso limitato ai servizi, soprattutto nelle aree vicine alle zone di conflitto. Tuttavia, nonostante queste difficoltà, lo spirito di resilienza rimane forte. La gentilezza dei partner internazionali non solo salverà vite, ma è anche un segno di speranza e solidarietà in un momento molto buio».