Prosegue il viaggio di Roberto Castiglioni, partito il 17 giugno da Corbetta con la sua auto da solo in direzione Tagikistan e arrivato poi ancora oltre. Dopo aver superato la meta principale che si era posto, cioè la cima della Pamir Highway a 4.655 metri di altezza, ha continuato a viaggiare in diversi Paesi superando in tutto 13 dogane (a cui si aggiungerà a breve la 14esima).
Fino in Cina e in Russia
«Quando sono sceso dal Pamir sono entrato in Kirghizistan, dove ho visitato alcune città come Osh e la capitale Biskek, poi da lì sono rientrato in Kazakistan e ho percorso tutta la parte est al confine con la Cina – racconta il corbettese, 50 anni – A quel punto ho lasciato l’auto e ho preso un pullman per la Cina, perché in macchina ci volevano troppi permessi e soldi per passare quella frontiera, e ho dormito una notte a Tacheng. In seguito sono tornato indietro a riprendere la mia auto in Kazakistan e ho fatto tutta la parte est fino a entrare in Russia. Lì ho visitato Novosibirsk, la capitale della Siberia e poi ho fatto varie tappe, tra cui ad esempio Izhevsk dove ho visitato il museo Kalashnikov, fino ad arrivare a Mosca e a San Pietroburgo». Nella capitale russa ha raggiunto, a bordo della sua Ford Focus, il cuore della città: la piazza Rossa.
Fuso orario
Tra le varie curiosità del viaggio c’è il fatto che, a causa dei vari cambi di fuso orario e dei suoi continui spostamenti anche di molti chilometri al dì, «per due giorni consecutivi ho vissuto giornate da 25 ore – racconta – Appena entrato in Russia avevo cinque ore di differenza rispetto all’Italia e poi man mano che procedevo verso ovest dovevo tirare indietro l’orologio arrivando a una sola ora di differenza».
Mosca e San Pietroburgo
Dopo il giro nella capitale, Castiglioni si è spostato a San Pietroburgo: «È una città bellissima, anche più di Mosca. Ci ero già stato nel 2018 ma questa volta mi è piaciuta molto per il fatto che il centro era chiuso al traffico delle auto per lavori e si poteva quindi visitare meglio. C’era tantissima gente nell’arteria principale di San Pietroburgo, la Nevsky Prospekt: è lunga quattro chilometri, parte da sud e arriva fino all’Hermitage».
Ucraina
In seguito, lasciata la Russia, «ho dormito una notte in Polonia, poi sono entrato in Ucraina, dove ho visitato Leopoli e sono arrivato fino alle porte di Kiev, visitando anche un bel monastero e poi Bucha e Irpin, i paesi distrutti quando i russi sono arrivati a Kiev entrando nel Paese dalla Bielorussia – spiega – Nelle altre zone dell’Ucraina in cui sono passato gli unici segni della guerra che ho visto sono stati in alcuni luoghi le foto dei militari morti».
Ultime tappe in programma
Il viaggio proseguirà nei prossimi giorni verso sud: «Andrò in Romania nella zona dei monasteri e poi nella regione più bella, Maramures, che confina con l’Ucraina», racconta. Da lì poi comincerà il viaggio di rientro attraverso Ungheria, Austria, Svizzera e poi il Passo dello Stelvio e il Gavia, fino a fare ritorno a Corbetta.


















