il restauro dell'antico strumento

Restauro dell'organo per la Basilica di San Magno

L’organo, muto da decenni, tornerà a suonare grazie all’impegno di più soggetti

Restauro dell'organo per la Basilica di San Magno
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Si è svolta la mattina dell’11 giugno, nella prestigiosa cornice della Sala degli Stemmi di Palazzo Malinverni, la conferenza stampa di presentazione del restauro dell’organo Antegnati, realizzato nel 1542 per la Basilica di San Magno di Legnano.

Restauro dell'organo per la Basilica di San Magno

L’intervento è affidato alla ditta Mascioni Organi di Azzio ed è reso possibile grazie al sostegno della Gioielleria Sironi, nell’anno del suo 150° anniversario, e ai fondi dell’8 per mille destinati dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) alla tutela dei beni artistici. Il progetto si completa con il restauro della Cantoria, iniziato nel mese di maggio a cura di Casati Restauri di Besana in Brianza, che a settembre sarà pronta per accogliere l’antico strumento, restituendo alla città un patrimonio “di rara importanza e bellezza”.

«Parafrasando una frase di Sant’Agostino, dico che “una città che canta e fa arte vive due volte” – ha dichiarato il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice –. Questo è un progetto di comunità, che va oltre l’aspetto artistico».

Restauro organo chiesa San magno
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Un ritorno al suono dopo decenni di stop

L’organo, muto da decenni, tornerà a suonare grazie all’impegno di più soggetti. «Quando la maestra organista e compositrice Barbara Berlusconi, insieme all’organista Leonardo Sartori, ha iniziato a parlarmi del restauro dell’organo, era impensabile per la parrocchia farsi carico di una spesa di tale portata – ha ricordato monsignor Angelo Cairati –. Fino a quando Alessandro Sironi non ha proposto di intervenire, sostenendo in parte il progetto in occasione del 150° anniversario della Gioielleria. La CEI ci ha offerto la possibilità di contare anche sui fondi dell’8 per mille e, grazie a questa alchimia, siamo riusciti ad arrivare al punto in cui siamo oggi».

Un orgoglio per la famiglia Sironi, presente da 150 anni a Legnano con la propria attività, sostenere questo restauro. «Tutto è iniziato un secolo e mezzo fa con Giuseppe Sironi, che si trasferì da Milano per aprire la sua gioielleria in quello che allora era un borgo – ha raccontato Gianmarco Sironi, titolare della storica Gioielleria Sironi –. Mio nonno Cesare, uomo eccentrico ed eclettico, è stato promotore del Palio di Legnano insieme a monsignor Cappelletti, è stato medaglia d’argento al valore militare e ha saputo gestire il negozio nel dopoguerra, un punto fondamentale della nostra storia. Fino ad arrivare a mio padre Alessandro, il vero promotore di questo progetto: ha iniziato a parlarne tre anni fa, mosso sempre dal desiderio di legare la nostra storia a quella della Basilica, che lui ama chiamare “la mia chiesa”».

Un lavori su tutte le parti dell'organo

Alla conferenza stampa era presente anche Andrea Mascioni, titolare della ditta Mascioni Organi, incaricata del restauro. È stato lui ad illustrare la complessità e l’unicità dell’intervento:

«In questo momento – ha spiegato – stiamo lavorando attivamente sulle parti storiche dell’organo. Per noi è stato un privilegio lavorare su questo strumento che solo pochi ricordano come suonasse e che ci ha permesso di fare un vero viaggio nel tempo. La Basilica di Legnano ha avuto la fortuna di avere un organo del Cinquecento costruito dagli Antegnati, una delle migliori famiglie di organari, ristrutturato nell’Ottocento dalla famiglia Carrera. Con l’ultimo intervento del 1920, l’organaro Giorgio Maroni integrò le canne antiche con altre di più recente fattura. La parte più difficile è stata confrontarci con la Soprintendenza su come affrontare il restauro di uno strumento che racchiude al suo interno parti così antiche e decidere cosa fare della parte costruita nel 1920, realizzata con tecniche non eccelse e ormai non più affidabile. Per la prima volta in Italia, la Soprintendenza ha concesso di ricostruire ex novo una parte di uno strumento con più di 70 anni: la parte interna sarà quindi nuova e funzionale, mentre saranno mantenuti gli elementi più antichi, tra cui le canne risalenti al Cinquecento».

A illustrare l’importanza culturale e storica di questo intervento è stato lo storico e docente universitario Alessio Francesco Palmieri Marinoni: «L’organo, costruito nel 1542, già nelle cronache del 1650 veniva descritto come uno strumento di rara bellezza, tanto da richiamare musicisti da tutto il territorio e anche da fuori per cimentarsi a suonarlo. Restaurarlo significa restituirgli vita, suono e vitalità, non solo come oggetto materiale, ma anche come portatore di conoscenze storico-artistiche, musicologiche e musicali. È un’occasione per ricostruire la tradizione musicale del territorio e della Basilica di San Magno, che vantava una propria Schola Cantorum».

A novembre il primo concerto

Il suono dell’organo restaurato si potrà ascoltare al Concerto inaugurale “Organo Soli e Coro”, in programma il 27 novembre 2025 nella Basilica di San Magno (ore 21.00, prenotazione obbligatoria sul sito www.restaurorganosanmagno.it).

Il complesso lavoro di restauro sarà accompagnato da un’operazione di restituzione pubblica: per questo verrà allestita una mostra aperta al pubblico nella Sala degli Stemmi del Palazzo Comunale per raccontare l’importanza materiale e immateriale dell’organo.

Oltre alla mostra, è previsto anche il coinvolgimento delle scuole. «Abbiamo pensato di condividere questa creazione, viva e in grado di produrre suoni ed emozioni, con la cittadinanza partendo dalle scuole, che sono il nostro futuro – ha dichiarato Fabio Poretti, titolare della scuola di musica Nicolò Paganini –. Organizzeremo per gli studenti una serie di lezioni-concerto in Basilica, tenute dalla maestra organista Barbara Berlusconi. Il nostro impegno sarà anche quello di coinvolgere musicisti d’eccezione come Daniela Zanoletti, Emanuele Carlo Vianelli, Barbara Berlusconi, il Coro Jubilate e il Coro Sebastian Bach della Basilica di San Magno».

Per maggiori informazioni: www.restaurorganosanmagno.it
Le diverse fasi di restauro sono documentate in un video realizzato da Giancarlo De Angeli.

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