Ponte abbattuto, il Tar dà ragione al Comune
La battaglia per il ponte abbattuto si è infine conclusa e il sindaco puntualizza torti e ragioni
Esposti e ricorsi al Tar contro l’abbattimento del vecchio ponte di Pregnana: a cinque anni di distanza arriva la sentenza del Tribunale amministrativo che conferma le ragioni del Comune.
Ponte abbattuto
«La cittadinanza di Pregnana ricorda di sicuro i due esposti (novembre 2017) e i due ricorsi (marzo e maggio 2018) presentati da 18 esponenti di Laboratorio Civico per provare a bloccare i lavori di chiusura e demolizione del vecchio ponte e la costruzione della nuova strada per Rho - scrive l’Amministrazione comunale pregnanese - A distanza di cinque anni, lo scorso 10 maggio, il TAR Lombardia ha chiuso favorevolmente per il Comune l’ultimo atto ancora pendente di quella vicenda, con una sentenza che conferma quello che già tutti sapevamo e il cui esito è arrivato settimana scorsa. Per inciso tutti i ricorrenti si sono ritirati pochi giorni prima che la sentenza fosse emessa, forse per evitare il rischio di dover pagare le spese legali».
Ragione al Comune
"Rimane la lettura delle ragioni e dei torti per la nostra città. Il Comune aveva ragione sul piano del diritto e della procedura amministrativa: non ci sono state violazioni o forzature, né danni per l’erario o per le imprese locali, né tantomeno pericoli per la popolazione generati dalle scelte dell’Amministrazione. Il Comune aveva ragione anche sul piano tecnico: lo stato di usura del ponte, giunto alla fine della sua vita operativa, ha reso opportuna la sua demolizione e la sua sostituzione con una nuova strada, un’infrastruttura compatibile con il progetto ferroviario del IV Binario e che non necessiterà di particolari manutenzioni nel corso degli anni a venire. L’Amministrazione Comunale aveva ragione soprattutto sul piano politico e nelle sue scelte urbanistiche: la soluzione attuata ha consentito di risolvere definitivamente il problema del collegamento con Rho, ma ha soprattutto il pregio di aver eliminato il traffico pesante dalla parte residenziale di via dei Rovedi, di aver fatto sviluppare i nuovi insediamenti industriali di viale Lombardia e di aver migliorato la viabilità e la sicurezza stradale per il quartiere della Scuola Primaria e per via Vittorio Emanuele II. Quali sono i torti allora? Il primo, diretto, sono le diverse migliaia di euro di spese legali che il Comune (e quindi la comunità locale) ha dovuto sostenere per resistere in giudizio nei quattro contenziosi promossi da Laboratorio Civico e finanziati da alcuni dei suoi esponenti, soldi che i ricorrenti non rimborseranno al Comune. Il secondo, indiretto ma molto più grave, è il ritardo nell’avvio dei lavori causato dagli stessi contenziosi, stimabile in almeno sei/nove mesi, elemento che ha portato (ma questo ovviamente non si poteva sapere) a dover concludere i lavori in piena pandemia. Un danno difficile da calcolare, ma sul quale gli elettori di Pregnana – ci azzardiamo a dire – hanno espresso il loro giudizio lo scorso 12 giugno».
"Soldi e tempo buttati"
Il sindaco Angelo Bosani rincara la dose:
«Il deprecabile tentativo di Laboratorio Civico di fermare i lavori era già stato bloccato dal TAR e dal Consiglio di Stato cinque anni fa respingendo la richiesta di sospensiva, ma ora questa sentenza definitiva è una soddisfazione per l’Amministrazione di Pregnana e anche a livello personale. Alla nostra comunità è andata bene, perché nonostante gli ostacoli e le trappole abbiamo aperto la nuova strada il 24 ottobre 2020 e da allora questa svolge bene il suo lavoro. Questa è la cosa più importante».