Anniversario

Pietro Di Biasi, a 11 anni dalla scomparsa Legnano ricorda il brillante cardiochirurgo

"Un gentiluomo e un cardiochirurgo bravissimo": così Germano Di Credico, direttore del Dipartimento Cardiotorovascolare e di Cardiochirurgia dell’Asst Ovest Milanese, ricorda il medico spentosi per un tumore a 50 anni.

Pietro Di Biasi, a 11 anni dalla scomparsa Legnano ricorda il brillante cardiochirurgo
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Sono passati 11 anni, ma per i suoi pazienti e i colleghi è come se fosse successo ieri. Ricorre in questi giorni l'anniversario della scomparsa di Pietro Di Biasi, cardiochirurgo molto conosciuto a Legnano e Milano, morto a 50 anni nel 2012 per una grave patologia oncologica.

Pietro Di Biasi, "Un gentiluomo e un cardiochirurgo bravissimo" nel ricordo di Germano Di Credico

"Un gentiluomo e un cardiochirurgo bravissimo", così lo ricorda Germano Di Credico, direttore del Dipartimento Cardiotorovascolare e di Cardiochirurgia dell’Asst Ovest Milanese, che con determinazione aveva voluto Di Biasi nella "sua" Cardiochirurgia legnanese.
Da allora tante cose sono cambiate:

"Oltre alla Cardiochirurgia in cui lavorava Di Biasi, il Dipartimento attualmente comprende due Cardiologie, la Chirurgia vascolare, la Riabilitazione cardiologica e la Nefrologia. Tra Legnano e Magenta si eseguono 700-800 angioplastiche all'anno, soprattutto in infarto acuto. - prosegue Di Credico - La Cardiochirurgia, che ha funzionato da hub durante la pandemia, esegue un numero di bypass coronarici fra i primi in Italia e sicuramente il primo in Lombardia".

Il ricordo di Pietro è ancora vivissimo:

"Avrebbe condiviso con gioia questi traguardi, sempre con la sua signorile discrezione, perché Pietro aveva un grande dono: un senso di squadra che lo portava a non mettersi mai sul piedistallo, neanche con i colleghi più giovani. Sembra ancora di vedere il suo sorriso in corsia".

La cittadinanza onoraria di Guardia dei Lombardi: "Gli uomini che si spendono per gli altri non muoiono mai"

L'anno scorso Guardia dei Lombardi, centro irpino da cui era originaria la famiglia Di Biasi, gli conferì la cittadinanza onoraria. Il sindaco di Guardia, Francescantonio Siconolfi, ricorda:

"Tanti pazienti salivano al Nord per essere curati dal dottor Di Biasi. Lui sapeva costruire un rapporto di fiducia totale. Come dissi durante la cerimonia della cittadinanza onoraria, gli uomini che in vita brillano e si spendono per gli altri, non muoiono mai".

L'associazione benefica fondata dal fratello con l'intento di "proseguire la sua opera di dedizione professionale"

A ricordarlo è anche il fratello Maurizio Di Biasi, cardiologo, responsabile della Cardiologia interventistica dell'Ospedale Sacco di Milano, un'eccellenza della sanità pubblica italiana. Anni fa Maurizio Di Biasi e i familiari hanno fondato l'associazione benefica "Pietro Di Biasi – Amici del cuore", che opera in tutt'Italia "con l'intento - spiega Maurizio Di Biasi - di proseguire la sua opera di dedizione professionale e di sviluppare iniziative che l'avrebbero reso felice".

La carriera brillante e costellata di successi al Sacco di Milano, alla MultiMedica di Sesto e all'Asst Ovest Milanese

Una carriera in rapida ascesa, quella di Pietro Di Biasi. Il fratello ne ripercorre le tappe:

"Diplomato alla Nunziatella, laureato in Medicina e specializzato prima in Chirurgia toracica alla Federico II di Napoli, poi in Cardiochirurgia all'Università di Milano, sempre con il massimo dei voti, entrò giovanissimo nella Divisione di Cardiochirurgia del Sacco di Milano, dove lavorò per tredici anni".

Una strada costellata da successi, "come quando vinse il concorso per assistente in Cardiochirurgia e diventò l'assistente più giovane d'Italia". Ottenne il premio Donatelli-De Gasperis per il miglior lavoro in Cardiochirurgia e la nomina a delegato della Società polispecialistica italiana di giovani chirurghi. Nel 1997, a 36 anni, si trasferì dal Sacco al nuovo centro di Cardiochirurgia dell'Irccs MultiMedica, che contribuì a fondare, prima di passare alla Cardiochirurgia dell'Asst Ovest Milanese. Nel 2008 conquistò il premio di "Personaggio dell'anno" nel settore medico-scientifico, nell'ambito delle Eccellenze irpine. Nel 2012, la malattia che affrontò con coraggio, nonostante, da medico, fosse consapevole della prognosi. La sua figura resta nel cuore di colleghi e pazienti lombardi.

 

 

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