Patologie valvolari: interventi meno traumatici grazie alla cardiochirurgia mininvasiva
In certi casi si può evitare l'apertura dello sterno, in altri aprirlo parzialmente. Così la ripresa post-operatoria è più rapida e le cicatrici sono più contenute.

A Legnano interventi sempre meno traumatici per il trattamento delle patologie valvolari.
Cardiochirurgia mininvasiva: interventi meno traumatici su aortica e mitralica
Alla Cardiochirurgia dell'ospedale cittadino l’innovazione è ormai una realtà quotidiana. Accanto agli interventi tradizionali eseguiti tramite sternotomia completa (che resta ancora oggi l’approccio indicato in diversi casi complessi), l’équipe chirurgica ha sviluppato e consolidato con successo l’utilizzo di tecniche mininvasive, in particolare per il trattamento delle patologie valvolari.
In certi casi si può evitare l'apertura dello sterno, in altri aprirlo parzialmente
Nei giorni scorsi sono stati eseguiti nuovi interventi di sostituzione o riparazione della valvola mitralica mediante accessi minitoracotomici: una piccola incisione laterale di circa 4-6 centimetri consente di raggiungere il cuore evitando completamente l’apertura dello sterno.
Questo approccio permette di trattare sia le insufficienze mitraliche degenerative che quelle funzionali, con tecniche di plastica valvolare o con impianto di protesi biologiche. Anche per la valvola aortica si ricorre con sempre maggior frequenza alla ministernotomia (un’apertura parziale dello sterno, limitata alla porzione superiore) che consente di sostituire la valvola con risultati sovrapponibili alla sternotomia completa, ma con un impatto decisamente minore sul paziente.
La ripresa post-operatoria è più rapida e le cicatrici sono più contenute
I vantaggi delle tecniche mininvasive sono evidenti: minore trauma chirurgico, riduzione del dolore post-operatorio, minor rischio di infezioni, degenze ospedaliere più brevi e un ritorno più rapido alle normali attività quotidiane.
Anche dal punto di vista estetico, le cicatrici più contenute rappresentano un elemento non trascurabile per molti pazienti. Il dottor Germano Di Credico, cardiochirurgo, responsabile del Dipartimento Cardio vascolare dell’Asst Ovest Milanese, spiega:
"Non si tratta semplicemente di ridurre le dimensioni del taglio ma di adottare un nuovo modo di intendere la cardiochirurgia: meno invasiva, più mirata, personalizzata sul singolo paziente. Il nostro obiettivo è offrire una chirurgia efficace e al tempo stesso meno pesante da affrontare e da superare".
Ruolo di riferimento per la cardiochirurgia a livello regionale e nazionale
Il direttore generale dell’Asst Ovest Milanese Francesco Laurelli commenta:
“L’ospedale di Legnano conferma così il proprio ruolo di riferimento per la cardiochirurgia a livello regionale e nazionale dimostrando che nella sanità pubblica è possibile fare innovazione concreta, accessibile e di qualità. Un’eccellenza costruita sull’esperienza, sulla ricerca e sulla volontà di migliorare ogni giorno il percorso di cura dei pazienti”.
Investimento in tecnologie avanzate e strumentazioni di ultima generazione
Maria Luigia Barone, direttore amministrativo, sottolinea:
"Un elemento chiave che rende possibile questa evoluzione è il costante investimento in tecnologie avanzate e l’ospedale di Legnano ha dotato il blocco operatorio cardiochirurgico di strumentazioni di ultima generazione, che permettono una maggiore precisione, visibilità e sicurezza durante gli interventi, riducendo i margini di errore e migliorando l’esperienza intraoperatoria per il paziente e per l’équipe".
Formazione continua, aggiornamento e collaborazione multiprofessionale
Il direttore sanitario Valentino Lembo aggiunge:
"Dietro questi risultati c’è un lavoro di squadra costante, altamente specializzato e multidisciplinare, che coinvolge chirurghi, anestesisti, perfusionisti e infermieri. L’équipe cardiochirurgica dell’ospedale di Legnano è impegnata da anni nell’affinamento di queste tecniche, attraverso formazione continua, aggiornamento su scala nazionale e internazionale, collaborazione multiprofessionale e un’attenta selezione dei pazienti attraverso percorsi diagnostico-terapeutici".