il punto della situazione

Parco dell'Alto Milanese: continua il lavoro dopo i nubifragi di luglio

Le ferite lasciate dal maltempo pongono degli interrogativi sui quali Davide Turri, presidente del consorzio del Pam interviene raccontando l’attuale situazione

Parco dell'Alto Milanese: continua il lavoro dopo i nubifragi di luglio
Pubblicato:

A circa un mese dalle violente piogge che hanno provocato danni su tutto il territorio, vanno avanti le azioni per ripristinare la normalità anche nel Parco Alto Milanese.

Parco Alto Milanese: continuano i lavori dopo il nubifragio

Le ferite lasciate dal maltempo pongono degli interrogativi sui quali Davide Turri, presidente del consorzio del Pam interviene raccontando l’attuale situazione e le azioni futuri da intraprendere.

Parco alto milanese
Foto 1 di 6
Parco alto milanese
Foto 2 di 6
Parco alto milanese
Foto 3 di 6
Parco alto milanese
Foto 4 di 6
Parco alto milanese
Foto 5 di 6
Parco alto milanese
Foto 6 di 6

Qual è la situazione del pam dopo le violente piogge del mese di luglio?

Abbiamo assistito a un fenomeno eccezionale con vento sopra i cento chilometri orari, con pioggia e grandine battente. Un mix micidiale.

Sono impressionanti le immagini che in questi giorni vediamo del parco del Roccolo tra Canegrate e Parabiago dove si parla di 200.000 metri quadri di bosco danneggiato. Un’enormità.
Il Parco Alto Milanese è stato fortunato con una decina in piante ribaltate in pinetina e altrettante in un bosco privato sul sentiero principale. Alberi sradicati enormi, ribaltati per effetto delle fortissime raffiche di vento.
Stiamo al lavoro per sistemare ma è una ferita ancora visibile nel parco che andrà ricucita.

In questa situazione di emergenza come intervengono le istituzioni a supporto a ristoro dei danni subiti?

Generalmente nel parco alto milanese dopo danni da eventi temporaleschi di questo tipo, contiamo innanzitutto sulle forze del Consorzio per rimuovere gli alberi abbattuti e liberare i sentieri. La protezione civile ha una convenzione con noi ed è fondamentale averli al nostro fianco in questo. Per quanto riguarda le sistemazioni, stiamo predisponendo delle stime per la messa in sicurezza di molte piante danneggiate anche dalla siccità, e soprattutto per un progetto di ripiantumazione. Si parla di diverse decine di migliaia di euro presumibilmente, su cui impegneremo i fondi di bilancio grazie al contributo fondamentale dei nostri 3 Comuni, Legnano, Busto Arsizio e Castellanza.

Il cambiamento climatico come sta cambiando la dimensione del parco?

I fenomeni eccezionali sono sempre accaduti, non con la violenza di luglio, ma nel Parco a volte anche più devastanti. Lo scorso anno abbiamo perso oltre 80 piante per un evento temporalesco nel mese di febbraio, l’anno precedente abbiamo avuto altri danni.
Occorre capire e interrogarsi se questi eventi eccezionali siano destinanti a diventare eventi “normali” per la nostra zona.

E’ comunque impressionante osservare la differenza di paesaggio del Parco rispetto al 2022. Una foto fatta lo scorso anno nello stesso punto rappresenta campi completamente bruciati senza vegetazione, mentre quest’anno sono completamente verdi con piogge quasi quotidiane. Uno stress vegetativo che non poteva non avere impatti.

Quali sono le azioni da adottare?

Rinnovare il bosco con impianti progressivi di specie locali, che nel Parco Alto milanese storicamente è stato sempre fatto sui boschi del consorzio sin dai primi anni duemila. Non è un caso che i danni siano relativi a piante sane ma per lo più querce rosse e ciliegio tardivo e robinie, che si distinguono per essere specie non autoctone del bosco e invasive, introdotte quindi dall’uomo nei secoli passati da altre zone geografiche per produrre legna. Si sono adattate meno facilmente quindi più deboli.

Un secondo fattore è l’effetto del clima di queste stagioni e la siccità precedente che ha compromesso molti alberi. Stiamo osservando che alcune tipologie di alberi soffrono moltissimo per le temperature più elevate. Tra queste, pini e betulle, stanno morendo nella nostra zona. Su questo aspetto stavamo già lavorando con il nostro agronomo per studiare gli interventi e la progressiva sostituzione delle piante compromesse, come tagliare le piante morte e ripiantare quindi come è stato fatto in pinetina negli anni passati.

Il ruolo del verde nelle nostre città. Come vede questo legame in futuro?

Occorre considerare il verde dei nostri parchi ma soprattutto nelle nostre città come una infrastruttura essenziale del territorio. Si parla molto di resilienza rispetto ai cambiamenti climatici e proprio il verde ha un ruolo fondamentale per tanti aspetti, tra cui la mitigazione delle temperature, il contenimento delle isole di calore, gli effetti sul clima etc., una vera e propria infrastruttura.
I danni di questi giorni e questi eventi meteo straordinari ci fanno capire quanto sia fragile e quanto necessiti di cure costanti.

Seguici sui nostri canali