Ospitano famiglie ucraine nella casa del papà scomparso
I figli dell'ingegner Roberto Albertin di Bollate hanno voluto fare un gesto di generosità.
Ospitano famiglie ucraine nella casa del papà scomparso. I figli dell'ingegner Roberto Albertin di Bollate hanno voluto fare un gesto di generosità.
Roberto Albertin
E’ scomparso nel 2017 Roberto Albertini, l'ingegnere che ha dato anima e corpo per l'Asilo Maria di via Sartirana, di cui è stato presidente dal 1979 al 2013 (ora era presidente onorario), e che si è speso molto per impedire la chiusura dell'ospedale di Bollate.
La decisione dei figli
In sua memoria i figli Massimo e Mariangela Albertini, hanno pensato di occupare quella che la casa del loro amato papà: "Noi abitiamo da sempre nella villetta di famiglia di via Diaz - ha spiegato il figlio - Il piano terra era vuoto da quando è venuto a mancare papà e da fine marzo, abbiamo deciso di ospitare dei profughi che sono scappati non appena è scoppiata la guerra in Ucraina". Così, l’appartamento si rianima, perché arrivano una coppia di settantenni, un professore universitario e la sua mamma di novant’anni, direttamente da Kiev: "Sono arrivati a noi da amici in comune e siamo stati ben felici di ospitarli - ha raccontato il figlio - Fortunatamente, poi, è stato offerto al professore ucraino un lavoro a Roma e così, la comitiva si è trasferita".
Ma la voce si è sparsa e non passa tanto tempo prima che gli Albertini ricevono un’altra richiesta d’aiuto: "Adesso ospitiamo una madre e figlia, anche loro provenienti da Kiev. La giovane parla inglese, quindi riusciamo a comunicare abbastanza bene, mentre la mamma solo ucraino - ha continuato Massimo . Lì, hanno dovuto lasciare il papà".
Un gesto generoso
Un gesto generoso ma non scontato: "Le due donne hanno le chiavi di casa, le abbiamo portate a fare la spesa e al Centro commerciale ad Arese per farle fare un giro - ha spiegato Albertini - Fortunatamente quest’estate rimaniamo anche noi a Bollate, così le porteremo sicuramente a fare un giro o a rinfrescarsi in piscina".
Ciò che li fa più felici è il pensiero che il papà sarebbe orgoglioso di loro: "Non è chissà che impegno. L’importante è che stanno bene. Siamo sicuri che nostro padre avrebbe fatto lo stesso", hanno concluso.
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