Sanità

Ospedale di Comunità: "Un'opportunità per i legnanesi"

Il parlamentare Cinque Stelle Riccardo Olgiati ha parlato del futuro dell'ospedale di Legnano

Ospedale di Comunità: "Un'opportunità per i legnanesi"
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Il parlamentare legnanese Riccardo Olgiati ha sottolineato la grande opportunità per Legnano con la nascita della casa e ospedale di comunità.

Un progetto che verrà realizzato a breve

A sottolineare la novità di questo progetto e le criticità della sanità lombarda è stato il deputato del Movimento Cinque Stelle originario di Legnano, Riccardo Olgiati, che ha voluto dire la sua sul futuro del nosocomio della città.

"La notizia che al vecchio Ospedale di Legnano i progetti di Casa ed Ospedale di Comunità stanno avanzando è una grande soddisfazione per chi ha lavorato e spinto per questo progetto ma soprattutto deve rendere felici i cittadini legnanesi e di tutto il territorio circostante - ha affermato Riccardo Olgiati - Ospedali e Case di comunità sono tra i punti qualificanti per il capitolo sanitario di quello che ormai tutti hanno imparato a conoscere come PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanziato con i 209 miliardi di debito comune europeo che il Presidente Conte ha portato in Italia da Bruxelles dopo una estenuante trattativa con gli Stati membri".

Gli investimenti sul territorio

Il parlamentare ha voluto anche sottolineare come il piano sia stato ridimensionato rispetto ai progetti originari senza però far venire meno la funzionalità e l'importanza per il territorio.

"Il Piano Ospedali/Case di Comunità, che nella prima versione fortemente voluta dall’allora Governo Conte II prevedeva un investimento da parte dello Stato di 4 miliardi per la realizzazione di 2564 nuove strutture, è poi (purtroppo) stato dimezzato nella sua stesura definitiva approvata dall’attuale Governo con uno stanziamento finale di 2 miliardi per 1288 Case/Ospedali di Comunità su tutto il territorio nazionale (1 ogni 50 mila abitanti circa) - ha affermato - La Casa della Comunità è identificata come la struttura sociosanitaria deputata a costituire un punto di riferimento continuativo per la popolazione, garantendo: politiche di prevenzione e di promozione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento; il coordinamento di tutti i servizi offerti ai malati cronici. Con questo finanziamento la sanità territoriale, che soprattutto in Lombardia negli ultimi 20 anni è stata smantellata privilegiando un modello ospedale-centrico ed elevando il privato ad interlocutore principale, potrà finalmente passare ad una gestione nuova, dove la presa in carico del paziente cronico non sia demandata alla disponibilità ospedaliera con liste di attesa spesso lunghissime o in alternativa al privato (chi se lo può permettere…) ma offra invece agli utenti una rete di offerta dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali, e al tempo stesso renda
questi luoghi parte integrante della vita della comunità locale.

Tutela dei malati cronici e meno peso sugli ospedali

A cambiare sarà anche la prospettiva per i malati cronici e i lungodegenti che non dovranno fare i conti con posti letti sempre più rari.

"Grazie alla realizzazione di queste nuove strutture finalmente la sanità pubblica tornerà ad essere protagonista nella tutela di quello che in questi 2 anni abbiamo imparato ad apprezzare come il bene più prezioso che abbiamo, la salute - ha continuato - Purtroppo la pandemia ha messo in luce tutte le pecche del sistema lombardo che resta tra i migliori d’Italia grazie alla straordinaria professionalità e qualità di medici e infermieri che ci lavorano ma che di fronte ad un problema gestionale, quindi alla diretta conseguenza delle scelte politiche, non ha retto l’impatto ed è stato travolto. Le conseguenze le hanno pagate i cittadini lombardi. Pronti soccorso presi d’assalto senza alcun filtro territoriale e carenza di posti letto che ha aggiunto ritardi alle già lunghissime liste di attesa per tutte le prestazioni slegate dall’emergenza ancora in corso sono 2 dei problemi più gravi che si sono palesati. Intendiamoci, per fortuna una pandemia come quella che stiamo vivendo non è la normalità e di fronte ad uno tsunami come quello che abbiamo vissuto probabilmente era impossibile essere impeccabili ma la certezza è che con un modello territoriale diverso si sarebbe sicuramente potuto fare meglio che tradotto significa salvare una buona fetta delle oltre 35mila persone della nostra Regione che oggi non ci sono più. Ma purtroppo la giunta Moratti non sembra averlo capito e la recente riforma sanitaria è stata l’ennesima occasione persa per riformare radicalmente il sistema e correggere le falle enormi che ha dimostrato. Oggi quindi grazie al PNRR ed al progetto di Case/Ospedali di Comunità, che
garantisce quindi un percorso di cura alternativo al ricovero ospedaliero, la Lombardia ha la grande occasione per implementare un modello che possa aggiungere alla qualità degli uomini che lo formano anche la capacità di gestione del paziente attenta e tempestiva. I cittadini legnanesi e di tutto il territorio potranno apprezzare sulla propria pelle che quando sentono parlare in TV o sui giornali di PNRR non si parla di qualcosa di astratto o peggio ancora di fondi destinati ad ingrassare le tasche di qualcuno ma di un vero e proprio potenziale Piano Marshall teso a migliorare la loro qualità della vita e che nello specifico tutelerà direttamente il bene più importante che uno Stato come l’Italia deve garantire ai propri cittadini, quello della salute".

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