il lutto

Oggi l'ultimo saluto all'ottico Fabrizio Raimondi

Il bollatese è scomparso lunedì sera improvvisamente: stamattina si celebreranno i funerali

Oggi l'ultimo saluto all'ottico Fabrizio Raimondi
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Un giorno ceni con la tua famiglia, prendi un caffè con un tuo amico, accogli clienti nel tuo negozio. Quello dopo, invece, non ci sei più. Questo è l’aspetto della vita che ci rende impreparati e più ci disarma e che, purtroppo, questa volta è toccato l’amato ottico di piazza San Francesco a Bollate, Fabrizio Raimondi.

Un ottico stimato e molto conosciuto

Lo stimato professionista è venuto a mancare lunedì sera, a 63 anni, dopo un malore improvviso. Il centro città e tutti quelli che lo conoscevano sono rimasti sconvolti da questa improvvisa perdita: un uomo buono, premuroso, sempre col sorriso sulle labbra che è riuscito a farsi voler bene da Bollate, tanto da "adottarlo" nei primi anni Novanta.

In città dagli anni Novanta

Fabrizio è nato e cresciuto a Milano, nella zona di via Gallaratese. Ha cominciato da giovane a lavorare con un ottico a Milano: sotto padrone ha imparato il mestiere, per poi decidere di aprire un negozio tutto suo. Nel 1993 ha alzato la sua prima cler in via Matteotti, in città, dov’è rimasto fino al 2014. Poi, ha scelto piazza San Francesco per continuare la sua attività.  Ma parlare di lavoro, nel suo caso, è riduttivo. Ce lo ha descritto la sua famiglia:

"La sua era una vera passione - ha spiegato la figlia - Non era capace di stare a casa, o di stare fermo. Gli occhiali sono stati l’altra parte della sua vita, oltre alla famiglia".

Con la sua scomparsa Fabrizio ha lasciato le figlie Giorgia e Elena e la moglie Tania.

"Un lavoro, una passione"

"Lui è riuscito a trasmetterci l’amore per il lavoro. Ci diceva sempre di scegliere la strada del cuore, di non sentirci obbligati a fare un lavoro che non ci piace, perchè la mattina dobbiamo svegliarci felici di andare al lavoro. Lui in questo è stato un vero esempio", ha continuato la figlia.

L'Inter e la storia

Le sue grandi passioni, poi, si snodavano dal calcio e la sua squadra del cuore, l’Inter, e la storia:

"Gli interessavano tanto le storie di alieni, o gli egizi - racconta la famiglia - Era un uomo molto curioso, che ha voluto sempre chiedersi il perchè delle cose che succedono".

Poi, Fabrizio era un amante di horror e del buon cibo

"Durante il lockdown ogni giorno ci mettevamo sul divano e ci guardavamo un film diverso - continua la figlia - Era anche un buongustaio. Quando si parlava di dieta o di esercizio fisico lui diceva sempre “Come faccio io a mangiare meno se poi arrivo a casa e mia moglie mi fa la sua lasagna?”. Era un simpaticone, ma anche un uomo che ci ha insegnato che l’amore vero sta nei piccoli gesti. Nel versare il vino nel bicchiere a nostra mamma o a comprare il bombolone alla domenica solo perchè sai di farla felice. Quelle cose semplici ma che dicono tanto".

Il malore

Lunedì pomeriggio Fabrizio si trovava nel suo garage ad effettuare alcuni lavori quando è stato colto da un malore. Immediato il trasporto in ospedale ma nella serata le sue condizioni di salute sono improvvisamente degenerate e non c’è stato nulla da fare. Il dolore immenso di una famiglia e dei suoi clienti è risuonato in tutta la città:

"Sapevamo che era molto conosciuto, ma non ci aspettavamo tutto questo affetto. Una cosa bellissima, ci ha fatto scaldare il cuore".

Oggi il funerale

Sarà possibile porgere l’ultimo saluto all’amato Fabrizio sabato mattina, alle 11, nella Chiesa di San Martino di Bollate.

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