Offre un lavoro part time da 1300 euro, ma rifiutano la sua proposta
Il racconto di Marcello Mazzoleni di Milanta Est che è rimasto interdetto dalla situazione interrogandosi a lungo sull’accaduto
Uno stipendio da 1.300 euro netti al mese per un part time. Una cifra più che onesta se si pensa ad un impegno di circa 30 ore settimanali, quella che offre Marcello Mazzoleni, di Milanta Ets, associazione di Magenta che opera nell’ambito delle ripetizioni private. Un'offerta alla quale però Mazzoleni ha ricevuto un diniego da un giovane laureato nelle scorse settimane. La risposta ha lasciato dunque perplesso l'uomo che, come nelle migliori autocritiche, inizialmente si è chiesto se ci fosse stato qualcosa di errato nell'offerta economica, per arrivare infine alla conclusione che la sua proposta era adeguata.
Offre un lavoro part time da 1300 euro, ma rifiutano la sua proposta
Di più Mazzoleni non avrebbe infatti potuto offrire. Tolte le tasse, il rimanente sarebbe stato utilizzato per il pagamento delle utenze della sede dell'associazione di via Pusterla. Alzare l'offerta avrebbe infatti compromesso la stabilità dell'attività dell'uomo facendola andare in perdita, senza contare inoltre i prezzi del mercato. La domanda con cui parte la riflessione di Mazzoleni, pochi giorni dopo il suo post Facebook con cui ha reso nota la vicenda è la seguente: «Ma un ragazzo o una ragazza che aspira a fare l’insegnante, quanto pensa di guadagnare nei primi anni di carriera?».
Il racconto
La motivazione del rifiuto sta infatti, a quanto motivato a Milanta Ets, nella maggiori aspettative in termini di guadagno. Mazzoleni racconta la vicenda:
«In questi giorni abbiamo attivato una ricerca di collaboratori perché la nostra attività è comunque in espansione. Abbiamo tante famiglie che ci chiedono nuove lezioni e semplicemente abbiamo fatto la cosa che mi sembrava più logica. Ho proposto un'offerta di lavoro a ragazzi laureati da poco o comunque anche già insegnanti. Noi proponiamo questo lavoro di collaborazione a undici euro netti l’ora per trenta ore settimanali, ma sempre più di frequente ho notato dei ragazzi che hanno poco più di vent’anni che di fronte a questa proposta mi dicono che non è in linea con le loro aspettative economiche o che “per così poco non lavoro”. Io stesso mi faccio questa domanda – dice tra l’incuriosito e il perplesso Mazzoleni -, perché poi sarebbe bello poter approfondire con chi conosce maggiormente il settore e le dinamiche di questi ragazzi, ma allora qual è la vostra aspettativa economica? Perché qui al centro didattico noi ci occupiamo di lezioni individuali, per cui si tratta di insegnare a un ragazzo alla volta».
Le perplessità di Mazzoleni
Infatti l’altro elemento che sorprende Mazzoleni è il fatto che nel mondo delle lezioni private si hanno molti meno impegni extra lezione di quelli che ha invece un docente a scuola. «Non si ha neanche una classe. Rispetto a un insegnamento in una scuola ci sono anche molti meno adempimenti: pensiamo alle riunioni, al rapporto con il preside, alle verifiche da preparare a casa, ai compiti da correggere, ai colloqui con i genitori. Tutto questo qui non c'è e di conseguenza c'è anche un vantaggio a mio parere».
Le considerazioni
Infine una considerazione sull’organizzazione per recarsi al lavoro: «Per non parlare poi che la maggioranza di questi ragazzi abitano a Magenta. Noi siamo di Magenta, per cui verrebbero a lavorare tranquillamente a piedi o in bicicletta, come del resto faccio io, con un risparmio a livello di costi di trasporto notevolissimi». Conclude Mazzoleni: «Non bisogna mai generalizzare, ma di fronte a questa risposta siamo veramente rimasti senza parole».