«Non trasferite il nostro prof, lasciatelo qui»
Michele Fiore, 34 anni, originario di Bari, insegna da tre anni in paese. Ora ha vinto il posto di ruolo ma in provincia di Varese. Genitori e studenti hanno scritto una lettera al Ministro dell'Istruzione Valditara

Il pensiero e l’appello sono unanimi: il professor Michele Fiore, che insegna nella scuola media di Boffalora sopra Ticino, è così bravo che deve restare. Dopo tre anni come insegnante precario nell’Istituto comprensivo “De Amicis” di Marcallo con Casone, di cui fa parte il plesso boffalorese, ha partecipato e vinto a un concorso per diventare di ruolo ed è stato destinato, da settembre, a una nuova scuola in provincia di Varese. Appresa la notizia però si è subito messa in moto una mobilitazione per cercare di trattenere il professore, amato e stimato da studenti, genitori e colleghi, a Boffalora.
La vicenda
Michele Fiore, 34 anni, è nato a Bari e dal 2017 vive a Milano. Dottore in Storia dell’arte e specializzato in Management dei beni e attività culturali, ha iniziato la sua carriera professionale come addetto alla comunicazione di un’importante associazione no profit per i musei e dopo un paio di anni ha deciso di avviarsi nella carriera del professore. «Fortunatamente sono stati solo cinque gli anni di precariato, di cui gli ultimi tre presso l’Istituto comprensivo “E. De Amicis” – racconta lui stesso - Da settembre 2025, a seguito della vittoria del concorso ordinario D.D.G. 2575/2023 o più comunemente Pnrr 1, non sarò più precario. Purtroppo però nonostante la possibilità di cattedre rese a disposizione per tale concorso nella provincia di Milano, sono stato assegnato alla provincia di Varese dall’Ufficio scolastico territoriale. Può sembrare tutto normale, ma la verità è che nonostante ci siano diverse cattedre accantonate per tale concorso, per la sede in cui lavoro ben quattro per la mia materia che è lettere, nella pubblicazione delle graduatorie dello scorso marzo, solamente due vincitori hanno ricevuto la nomina nella provincia di Milano».

Prof Michele Fiore

Prof Michele Fiore
La lettera delle famiglie al ministro dell'Istruzione
La mobilitazione per chiedere di non trasferire l’insegnante «non nasce da me – sottolinea Fiore - ma dai genitori dei miei alunni, i quali con rispetto e diligenza stanno cercando di alzare la voce per professare il loro pensiero e provare a “trattenermi” ancora a Boffalora». A confermare la cosa è Silvia Saccani, una mamma rappresentante dei genitori: «Non appena siamo stati informati che il professore Michele Fiore ci avrebbe lasciato abbiamo deciso di fare qualcosa – racconta - Parliamo di un docente che è riuscito a coinvolgere i nostri ragazzi in maniera incredibile, grazie alla sua passione e al suo atteggiamento sempre propositivo. Abbiamo così deciso di far sentire la nostra voce. Tutti gli alunni adorano il professor Michele Fiore. Hanno iniziato le scuole medie con lui e vorrebbero concludere il triennio con lui. La lettera all'Ufficio scolastico regionale e al ministro dell'Istruzione Valditara, con tutte le firme di noi genitori e di tutti gli alunni, è la modalità che abbiamo scelto per spiegare il perché il docente Michele Fiore debba restare con noi. Ormai fa parte della nostra comunità, perché mai dovrebbe andare altrove? Ha iniziato un percorso con la comunità di Boffalora Sopra Ticino. Impedirgli di continuare sarebbe un grave errore, oltre che una mancanza di rispetto verso chi crede nei valori dell’istruzione», sostiene.
Sinergia tra la comunità scolastica e le famiglie
Secondo l’insegnante questa lusinghiera presa di posizione da parte di tutti nei suoi confronti «è la bella risposta di una collaborazione e sinergia tra docenti e famiglie, tra istituzione scuola e comunità cittadina, perché se non avessimo costruito insieme questa relazione professionale, non avremmo mai avuto tale mobilitazione – afferma Fiore - Io credo molto nell’autorità delle istituzioni e nello Stato, sono un insegnante e per me il Bene comune è fondamentale da trasmettere. È inutile confessare il mio timore di dover lasciare una scuola e una comunità che fin dal primo giorno mi ha fatto respirare aria di casa. Confido per lo meno in una risposta alle nostre domande da parte delle istituzioni», conclude.

La dirigente scolastica
Anche la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “De Amicis” di Marcallo con Casone, a cui fa capo il plesso di Boffalora, concorda con le famiglie degli allievi. «Sono stata io la prima a segnalare questa cosa al Ministero, ho mandato una mail – racconta Alessandra Moscatiello - Ho contattato il Ministero affinché si potesse fare qualcosa per non spostare il docente. Io sono davvero una dirigente fortunata perché ho un corpo docenti eccezionale, sono orgogliosa di tutti i miei docenti, tra cui Michele, che assolutamente è un docente speciale: i ragazzi lo adorano, lavora benissimo con i colleghi, c'è uno staff incredibile, quindi sono stata io la prima a sottolineare questa cosa al Ministero, perché lui è il vincitore idoneo di un concorso svolto a livello regionale e siccome nella nostra scuola c'erano cinque posti congelati per gli idonei al concorso ho sollecitato la sua permanenza da noi».
Tuttavia la preside è conscia della difficoltà che l’appello possa essere accolto. «Credo che ci siano degli impedimenti tecnici effettivi, reali, per cui il Ministero mi ha detto che far permanere Michele a Boffalora sarebbe stato praticamente impossibile, però io ho tanta fiducia che qualcosa si possa muovere alla fine – afferma - Credo che i genitori abbiano fatto quello che avrei fatto anche io da mamma. Non so fino a che punto il Ministero possa muoversi perché i vincoli che affronta vanno oltre la comprensione delle persone che sono utenti di un servizio scolastico, effettivamente non è mancata volontà dell’Ufficio scolastico non lasciarlo qui». Nonostante ciò la speranza di tutti è che le condizioni in qualche modo possano cambiare, permettendo a Michele Fiore di restare perché «è davvero un professore speciale», sottolinea Moscatiello.
Il sindaco
«Mi unisco con convinzione all’appello dei genitori e della comunità scolastica affinché il professor Michele Fiore possa restare a Boffalora. La sua presenza è diventata, in questi anni, un vero e proprio punto di riferimento per studenti, colleghi e famiglie». Così il sindaco Sabina Doniselli interviene sulla questione.
«Il professor Michele Fiore non è soltanto un insegnante apprezzato, ma in poco tempo è diventato una figura di riferimento per i nostri ragazzi, un esempio concreto di passione, impegno e innovazione. In un’epoca in cui troppo spesso si parla della scuola come luogo di difficoltà, lui è riuscito a renderla uno spazio vivo, stimolante, in cui crescere davvero – afferma - In questi anni di insegnamento a Boffalora, il professor Fiore ha dato un contributo fondamentale all’avvio della Scuola Dada (Didattica per ambienti di apprendimento), una metodologia innovativa adottata nella scuola secondaria di primo grado. Si tratta di un modello all’avanguardia che mette al centro la flessibilità, il senso di comunità tra gli studenti e la personalizzazione degli spazi e della didattica. Boffalora è tra i primi comuni della provincia di Milano ad aver intrapreso con coraggio questa sperimentazione e molto lo dobbiamo proprio al suo entusiasmo e alla sua visione».
Ma l’impegno dell’insegnante non si è fermato qui: «Insieme ad altri docenti e al dirigente scolastico, il professor Fiore ha partecipato attivamente alla progettazione del nuovo polo scolastico che presto prenderà forma nel nostro paese. Un progetto ambizioso, che merita continuità e coerenza per poter dare i suoi frutti nel tempo – prosegue Doniselli - Come sindaco, ma anche come cittadina e madre, auspico con convinzione che il professor Fiore possa continuare il suo percorso nella nostra scuola. La sua presenza è fondamentale non solo per garantire continuità ai progetti innovativi già avviati, ma anche per rafforzare il senso di comunità e di qualità educativa che abbiamo costruito insieme. Un insegnante come lui rappresenta una risorsa preziosa e insostituibile, è doveroso fare tutto il possibile per valorizzarla e far sì che resti per il bene dei nostri ragazzi, della scuola e di tutto il paese».