Riscatto

Nella casa sottratta alla mafia, il primo "appartamento per l'autonomia" dei giovani

Inaugurato a Legnano un nuovo servizio dedicato a neomaggiorenni in uscita da percorsi di tutela e supporto sociale.

Nella casa sottratta alla mafia, il primo "appartamento per l'autonomia" dei giovani
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Un "appartamento per l’autonomia", dedicato ai giovani neomaggiorenni, nell'alloggio di via Cuzzi sottratto alla criminalità organizzata.

Inaugurato a Legnano un "appartamento per l'autonomia"

Ad attivare il servizio, il primo del genere in città, è la cooperativa sociale LaBanda, che si è aggiudicata l’alloggio in concessione a titolo gratuito, tra quelli confiscati alla mafia a Legnano.

"Per noi è una doppia festa, perché in questo appartamento offriamo un servizio a ragazzi dai 18 ai 21 anni, in carico ai Servizi sociali, che chiedono di essere accompagnati nella loro vita verso l’autonomia personale, abitativa, sociale e lavorativa. E lo facciamo in un bene sottratto alla criminalità organizzata, che in questo modo diventa a tutti gli effetti un bene comune e assume anche un valore simbolico di riscatto e di impegno sociale".

A parlare così, in occasione del taglio del nastro avvenuto nel pomeriggio di mercoledì e che ha visto la presenza delle massime autorità cittadine e dei rappresentanti di istituzioni, associazioni, servizi ed enti del territorio, è stata Marta Zambon, responsabile dell’Area housing della cooperativa sociale LaBanda.

"I giovani, che possono essere studenti o lavoratori, hanno la possibilità di vivere un’esperienza educativa densa, accelerata e significativa: imparano a gestire una casa, organizzare il proprio tempo e le risorse economiche, contando sempre sulla presenza e la supervisione di figure professionali che costituiscono un riferimento educativo costante - spiega LaBanda - Durante la permanenza gli ospiti vivono in un clima il più possibile famigliare, fatto di momenti quotidiani simili a quelli vissuti in ambito casalingo. In questo modo si permette loro di portare a termine il proprio progetto formativo, acquisendo quelle abilità personali, sociali e professionali necessarie al raggiungimento dell’autonomia adulta".

"Con questo progetto rispondiamo a un bisogno"

Ha proseguito Zambon:

"È un’avventura, che ti giochi nella libertà. Noi educatori non abbiamo un presidio quotidiano, ma tre accessi alla settimana per ogni ragazzo, più una cena insieme. L’idea è che non si tratta di un affittacamere, la richiesta è di fare un minimo di vita comunitaria insieme agli altri ospiti della casa. Perché abbiamo proposto un progetto per i neomaggiorenni? Perché abbiamo raccolto un bisogno: ci arrivano richieste dalle tutele minori, perché i minori che finiscono il percorso di comunità non possono rientrare nella famiglia di origine, perché è in stato di difficoltà, ma non hanno nemmeno le risorse per poter andare a vivere da soli. L’obiettivo è che si spezzi quel circuito del bisogno che spesso si tramanda dai genitori ai figli e che avvenga finalmente un riscatto".

"Il nome della casa sarà scelto dai ragazzi insieme a Libera"

Silvia Gallazzi, coordinatrice del Servizio appartamenti per l’autonomia per neomaggiorenni della cooperativa LaBanda, ha spiegato:

"Abbiamo allestito l’appartamento con l’aiuto delle ragazze che vivono nei due già operativi in Valle Olona. L’arredo non è stato completato volutamente, perché i ragazzi possano personalizzarlo secondo i loro gusti. Manca inoltre il nome: lo sceglieremo grazie a un percorso che abbiamo ideato con Libera, che vedrà l’associazione presentare le storie di alcune vittime innocenti delle mafie; saranno poi i ragazzi a scegliere a chi intitolare la casa".

L’appartamento, composto da due camere da letto, due bagni, un salottino comune e una spaziosa cucina, vanta una splendida vista sul Castello Visconteo.

"Dove la mafia crea schiavitù e servilismo, noi portiamo reazioni e comunità"

Il sindaco Lorenzo Radice ha dichiarato:

"È il primo di tre appartamenti sequestrati alla mafia e che ridiamo alla comunità, dopo aver promosso un bando specifico per lo scopo. Dove la mafia crea schiavitù e servilismo, noi portiamo relazioni, comunità e un progetto che mira a dare autonomia".

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