Crisi energetica

"Nel Magentino 52 imprese sono a rischio"

L'allarme lanciato dal segretario della locale confcommercio, Simone Ganzebi per via dei rincari dell'energia

"Nel Magentino 52 imprese sono a rischio"
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Più di cinquanta associati di Confcommercio sono in difficoltà. Questo il prezzo reale del caro energia e di un momento, quello di ripresa post Covid, in generale difficile per il mondo del commercio e delle piccole attività imprenditoriali. La notizia è arrivata direttamente da Simone Ganzebi, segretario di Confcommercio Magenta e Castano Primo, presentando in Comune le iniziative di Natale che vedono un ulteriore sforzo dei commercianti in questo momento complicato.

"Nel Magentino 52 imprese sono a rischio"

«Al di là di quelli che sono gli aspetti un po' più ludici, un po' più piacevoli del Natale abbiamo veramente a rischio sul territorio del Magentino qualcosa come 52 imprese, per un impatto che va ben oltre il centinaio di addetti e dipendenti. Qualche settimana fa e qualche mese fa erano di più. Questo è un segnale positivo del fatto che magari qualche timore o qualche paura si sta un po' diradando, però è fondamentale ragionare su vari obiettivi che vedranno sicuramente la nostra Confcommercio impegnata insieme alle istituzioni locali», così Ganzebi che si riferisce ad attività che riguardano «una cerchia di sette-otto comuni del Magentino».

Il Segretario di Confcommercio di Magenta e Castano Primo spiega come da settembre le attività «che subiscono maggiormente il colpo sono quelle piccole o le microimprese che operano sul territorio e che hanno deciso di avviare iniziative di startup in certi settori in cui c’è un eccesso di offerta. Parlo del settore ad esempio dei pubblici esercizi, dove sembra magari facile aprire un'attività, ma credo che invece sia l'attività più complessa».

Le misure messe in campo da confcommercio

Ganzebi continua sottolineando cosa Confcommercio ha fatto in questi ultimi mesi e non solo per sostenere i suoi associati e per spingerli verso le nuove frontiere del digitale.

«In generale abbiamo cercato di tutelare anche imprese storiche, imprese riconosciute da Regione Lombardia con ben oltre 45 anni di attività per impedire che vi fosse una desertificazione del tessuto commerciale. Li abbiamo aiutati in tutti i modi come Confcommercio, sia con finanziamenti diretti, ma anche intervenendo su quelle che sono le leve di valorizzazione in termini di economia digitale», facendole accedere a portali di ecommerce pensati sugli esercenti locali per permettere loro di raggiungere una clientela che difficilmente avrebbero potuto raggiungere o per aumentare il loro giro d’affari al di fuori del loro comune di azione o ancora rendendo più semplici e quindi più frequenti gli acquisti della clientela fidelizzata nel tempo.

Ganzebi sulle difficoltà del mondo del commercio locale fa anche riferimento alla vicenda del Pos obbligatorio o meno e dell’innalzamento del tetto del contante. Per il segretario, se viste dall’ottica dei commercianti, le posizioni critiche degli ultimi giorni sono spesso «fuori luogo, perché significa essere un pochino distanti da quella che è la percezione reale del tessuto commerciale e di ciò che le imprese hanno passato in questi ultimi tre anni e mezzo».

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