L'INIZIATIVA DI CASTANO PRIMO

Masterplan Malpensa, chiamata a Palazzo Marino

Obiettivo: difendere il territorio di fronte al piano di espansione dello scalo aeroportuale

Masterplan Malpensa, chiamata a Palazzo Marino
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Masterplan Malpensa, Castano Primo chiede un incontro a Palazzo Marino. Obiettivo: difendere il territorio di fronte al piano di espansione dello scalo.

Tutti gli interrogativi e lo sfogo del sindaco

Quanta pressione possono esercitare i Comuni del Castanese ora che la strada per arrivare a «mitigare» gli effetti dell’espansione dell’area cargo dell’aeroporto di Milano Malpensa appare sempre più in salita? Quali opzioni, oltre ai - pochi - inviti ricevuti ai tavoli che contano e alla previsione di una biciclettata, la cui data è stata resa nota e coincide con il  12 giugno, in uno dei luoghi che, più di tutti, subirebbero l’impatto di un allargamento dello scalo per gli aerei merci, ossia la Brughiera, stanno ipotizzando proprio i Comuni del Castanese? Sono dunque un paio i nuovi interrogativi che hanno accompagnato la settimana dei sindaci del territorio, tra cui quella vissuta da Giuseppe Pignatiello che, ancora una volta, è tornato a chiedere al Pirellone un maggiore coinvolgimento dei sindaci dell’Alto Milanese.

«Non siamo stati più contattati da Regione. Questo è il dato di fatto che mi spiace constatare. Siamo infatti considerati l'ultima ruota del carro di questa partita. Ma siamo invece la parte più importante, quella cioè che rappresenta il territorio, il quale si troverebbe a subire tutti i disagi collegati alla Malpensa. Noi, dal canto nostro, continueremo a fare sentire la nostra voce, per difendere il nostro territorio da un possibile allargamento della cosiddetta Cargo city nei territori naturali».

La chiamata a Palazzo Marino, ennesima mossa per difendere il territorio

Quanto alle prossime mosse, Pignatiello intanto non è rimasto a guardare e ha presentato una richiesta di incontro al sindaco di Milano Giuseppe Sala, per convincere Sea, in quanto società che fa capo al Comune di Milano, a smussare gli angoli del piano che potrebbe penalizzare le aree verdi della Brughiera. Insomma, dice il primo cittadino, «stiamo lavorando su più fronti per cercare di difendere il nostro territorio, di fronte a quella che può definirsi come una completa miopia da parte di Regione Lombardia».

Allo studio anche altre soluzioni

Parole che tuttavia sono state pronunciate dopo che la società di gestione aeroportuale ed Enac, in un incontro svoltosi martedì scorso, hanno ribadito che lo sviluppo per il polo delle merci potrà avvenire soltanto estendendosi nei 44 ettari di brughiera. Una soluzione che non ha trovato d’accordo né i comitati  né gli ambientalisti perché imporrebbe il sacrificio di un patrimonio da tutelare. Soluzione a cui ha fatto poi seguito la contromossa di Sea, la quale si è detta disposta a restituire 32 ettari al momento interni al perimetro dello scalo in cambio dei 44 necessari per l’area cargo. Proposta attorno alla quale ragionano pure i sindaci del Cuv. Sembra essere stata scartata intanto anche l'ipotesi di utilizzare il Terminal 2.

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