Marcallo in festa per nonna Luigia
Ha spento 100 candeline, festeggiata anche dall’Amministrazione Comunale
Cento anni e non sentirli. Si potrebbe sintetizzare con queste poche parole la vita di Luigia Oldani, classe 1923, che lo scorso venerdì ha raggiunto il secolo di vita circondata dai suoi affetti più cari.
Gli auguri del vicesindaco
L’ambito traguardo è stato festeggiato per l’occasione anche dall’Amministrazione comunale di Marcallo con Casone che tramite il vicesindaco Roberto Valenti ha voluto celebrare la neocentenaria con un omaggio floreale.
«È una signora ancora super arzilla – commenta Valenti – di quelle che potrebbero insegnarci ancora molte cose». Una vita trascorsa sempre nella natìa Marcallo e costellata da grandi sacrifici, come ben sanno e ricordano coloro che sono nati prima del miracolo economico. A confermarlo è la figlia Angelica, che assieme al fratello Giancarlo da qualche tempo si prende cura della madre, aiutandola a gestire i naturali acciacchi dell’età che avanza: «Lei ha sempre detto di essere arrivata a cento anni perché ha lavorato tutta la vita. Mia mamma ha avuto un’esistenza dura e probabilmente tutta la sua forza è arrivata da lì».
Dopo la guerra dalla miseria al benessere
Famiglia di contadini, a soli dieci anni pronta a uscire di notte per aiutare il padre a irrigare i campi, a dodici lavoratrice nelle fabbriche tessili della zona, a tredici costretta a prendersi cura della casa dopo la morte della madre, a venti testimone della guerra che irrompeva nel Magentino: «Quando sentivamo le sirene degli allarmi – raccontava la signora Luigia ai nipoti qualche anno fa – scappavamo nei campi e vedevamo, da lontano, gli scoppi dei bombardamenti su Milano».
«Allora ero fidanzata con il mio futuro marito, che era al fronte e per questo viaggiava molto: prima in Francia, poi in Albania, poi nel Sud Italia e infine deportato in Germania. Ci scrivevamo delle lunghe lettere e vivevo in uno stato di continua apprensione per la sua sorte».
Poi finalmente la gioia per la fine del conflitto, l’arrivo del benessere e i grandi cambiamenti sociali che in pochi decenni hanno stravolto il modo di vivere delle nostre campagne. A chi le chiede quale sia stata la trasformazione che più l’ha colpita in questo secolo, la signora risponde così:
«Credo che solo le persone della mia età abbiamo vissuto un cambio così radicale, dalla miseria al benessere. Da ragazza sentivo raccontare che in America ogni famiglia aveva un’automobile e mi sembrava incredibile perché da noi anche solo una bicicletta era un lusso. Invece, nel giro di qualche decennio, sono arrivate la radio, il frigorifero, la lavatrice, la televisione e internet».
Il progresso tecnologico non ha tuttavia illuso la signora, che non senza una punta di amarezza sottolinea come l’improvviso benessere abbia portato anche a «un impoverimento dei rapporti umani; vedo tanto egoismo e poca solidarietà».
E forse è questo il senso di una lunga vita come quella di Luigia Oldani: imparare ad apprezzare le piccole cose e a farsi bastare quello che si ha per essere felici.
«La vita è piena di imprevisti, sta a noi riuscire a coglierli in modo positivo, facendone tesoro».