Legnano diventa il laboratorio del progetto Mameli
Comprendere i meccanismi individuali che determinano la suscettibilità a fattori ambientali potenzialmente causa di malattie
Come geni, ambiente e stile di vita determinano il nostro stato di salute: questo in breve l0'obiettivo del progetto Mameli di cui Legnano sarà il laboratorio.
Legnano sarà il laboratorio del progetto Mameli
Comprendere i meccanismi individuali che determinano la suscettibilità a fattori ambientali potenzialmente causa di malattie: è l’obiettivo di “MAMELI”, il progetto che Valentina Bollati, Professore Associato del Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli Studi di Milano, condurrà a Legnano, la sua città. “MAMELI”, oltre che omaggio all’autore del testo dell’inno nazionale che cita Legnano, è un acronimo che sta per “MApping the Methylation of repetitive elements to track the Exposome effects on health: the city of Legnano as a LIving lab”, in italiano “Mappare la metilazione degli elementi ripetuti per tracciare gli effetti dell'esposoma sulla salute umana: la Città di Legnano come “laboratorio vivente”. Si tratta di un progetto finanziato dal Consiglio Europeo per la Ricerca con quasi 3 milioni di euro. Il progetto è sostenuto dall’Amministrazione Comunale, da AVIS Milano e Legnano, che metterà a disposizione l'infrastruttura necessaria per effettuare in modo sicuro i prelievi di sangue, e vede coinvolti l’Università di Parma, l’Università dell’Insubria e l’Istituto Italiano di Tecnologia.
Obiettivo principale di MAMELI è studiare i meccanismi epigenetici (quelle modificazioni nell’espressione dei nostri geni che non prevedono un’alterazione della composizione in basi del nostro DNA) che mediano l'effetto dell'esposoma sulla salute. L'esposoma rappresenta l'insieme di tutti quei fattori - interni ed esterni -che influenzano la salute umana nel corso della vita. Il legame tra esposoma e salute è supportato da un’evidenza: lo sviluppo di uno stato di malattia è in gran parte determinato da fattori di rischio comportamentali, ambientali e occupazionali, molti dei quali sono, almeno potenzialmente, modificabili.
Mamemi coinvolgerà 6.200 persone
MAMELI, a Legnano, punta a creare un laboratorio per investigare l'ampia gamma di fattori ambientali in un sistema relativamente controllato, sfruttando l’insieme di fattori di rischio comportamentali, ambientali e occupazionali riscontrati in una popolazione urbana. Il progetto coinvolgerà 6.200 residenti in città.
Il progetto si svilupperà in due fasi. La prima, che vedrà l’avvio nelle prossime settimane, è dedicata ai volontari di AVIS Legnano - l’obiettivo è coinvolgerne 200. Nel momento in cui i volontari saranno chiamati a programmare la loro donazione periodica verrà loro chiesta la disponibilità a partecipare allo studio. Chi accetterà sarà invitato due settimane prima della donazione nella sede AVIS dove, oltre ad avere informazioni sul progetto ed esprimere il proprio consenso, riceverà un braccialetto (FitBit) per registrare il battito cardiaco e la sua variabilità, la qualità del sonno e il livello di attività fisica. Il donatore dovrà inoltre attivare un’app che raccoglierà quotidianamente informazioni sul consumo di acqua o alcool, il fumo e l’umore attraverso domande rapide durante il giorno. Con l’attivazione della funzione GPS sul cellulare, che registrerà la posizione del donatore, sarà inoltre possibile conoscere l’esposizione all’inquinamento dell’aria e identificare la permanenza in aree verdi piuttosto che in zone molto trafficate. Dopo due settimane, quando i volontari si presenteranno in AVIS per la donazione, un collaboratore del progetto raccoglierà i dati riportati dal braccialetto e dall’app e procederà con un’intervista sullo stato di salute e sullo stile di vita dei volontari. Contestualmente saranno raccolti una provetta di sangue, un campione di urine e un tampone nasale. Per proteggere la riservatezza delle persone coinvolte, tutte le informazioni e i campioni biologici raccolti saranno privati di ogni riferimento personale e identificati solamente tramite una sequenza numerica di 10 cifre. La tutela della privacy è un punto cardine per i ricercatori di MAMELI.
Nella seconda fase, che prenderà il via tra maggio e giugno del 2024, il progetto prevedrà il coinvolgimento di altre 6.000 persone, ossia il 10% circa della popolazione residente a Legnano che, insieme ai soggetti precedentemente reclutati, andranno a costituire la “Coorte MAMELI”. I risultati ottenuti dalla Coorte MAMELI saranno fondamentali per identificare le relazioni tra fattori ambientali, stile di vita e benessere generale. Queste informazioni potranno essere utilizzate per sviluppare strategie di prevenzione e migliorare la salute pubblica.
Per informazioni sul progetto e per visualizzare il suo stato di avanzamento è possibile consultare il sito internet https://mameli.unimi.it/
Valentina Bollati è laureata in Biotecnologie Mediche ed è la responsabile del Laboratorio di Epigenetica Ambientale presso l'Università degli Studi di Milano. Ha conseguito un dottorato in Medicina del Lavoro, aprendo la strada a una nuova linea di ricerca che esplora come l'ambiente influenzi i meccanismi epigenetici e molecolari, e come questi siano poi associati allo stato di salute. Il suo approccio alla ricerca abbraccia la salute ambientale, la medicina, l'epidemiologia e la biologia cellulare e molecolare. La sua ricerca ha esplorato l'interazione tra ambiente ed epigenetica, nel contesto di molteplici patologie quali cancro, obesità, patologie cardiovascolari, malattie autoimmuni, depressione e disturbi correlati alla gravidanza. La sua prima linea di ricerca indipendente ha dato vita a un progetto sulle "Mutazioni epigenetiche nel melanoma maligno," finanziato nel 2010 dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Nel 2011, nell’ambito del progetto SPHERE, finanziato con un ERC Starting Grant, ha iniziato a esplorare il ruolo delle vescicole extracellulari e dei miRNA nella mediazione degli effetti dell'inquinamento atmosferico sul sistema cardiovascolare e respiratorio. Il progetto MAMELI, finanziato attraverso un ERC Consolidator Grant, è un nuovo passo verso la comprensione dei meccanismi che spiegano come l’esposoma influenzi la nostra salute.
Valentina Bollati coordina lo studio e definisce gli obiettivi, le domande di ricerca, l'approccio metodologico e il piano complessivo dello studio MAMELI.
Il team del progetto è costituito da Elia Biganzoli, Federica Rota, Michele Miragoli, Luca Pandolfini, Andrea Cattaneo, Luca Ferrari, Caterina La Porta, Silvia Fustinoni, Michele Carugno, Angela Cecilia Pesatori.