Intervento

L'appello del primario a fare un passo indietro

Il primario dell'ospedale di Magenta Nicola Mumoli invita i colleghi medici a non esprimersi sul caso di Bologna, dove i genitori di un bimbo hanno rifiutato il sangue di vaccinati

L'appello del primario a fare un passo indietro
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Un appello accorato rivolto a tutti i suoi colleghi medici, invitati a fare un passo indietro sulla vicenda del bimbo di Bologna i cui
genitori hanno chiesto che il sangue delle trasfusioni necessarie a un intervento chirurgico, per curarlo da una cardiopatia, non venga
prelevato da vaccinati contro Covid: a lanciarlo il primario dell'ospedale di Magenta

L'appello del primario

Sono parole dirette ai suoi colleghi (con chiaro riferimento al clamore e alle polemiche che il caso ha sollevato) quelle pronunciate dal dottor Nicola Mumoli primario della UOC di Medicina interna all’ospedale Fornaroli di Magenta.

“Noi medici abbiamo avuto sempre situazioni in cui i genitori rifiutavano cure ai figli minori che implicassero trasfusioni o trapianti di organi. Questo caso non è una novità, ma la sovraesposizione mediatica che ne è derivata non fa bene al nostro lavoro e neanche al paziente. Entriamo nel terreno dell’etica, della religione, della cultura e del dolore, dell’amore e della giustizia; meno se ne parla meglio è”.

Il primario teme che le dichiarazioni fatte da medici ai media, soprattutto nei talk show televisivi, seguite da un grande pubblico possano provocare un meccanismo di emulazione.

“In ospedale fino ad ora non abbiamo avuto pazienti NoVax che hanno rifiutato trasfusioni, perché hanno capito che rischiavano lavita, ma le richieste e i consensi venivano gestiti all’interno del reparto, come tutte le terapie - ha aggiunto il responsabiledei reparti Covid degli ospedali di Magenta e Abbiategrasso - La vicenda del bimbo affetto da una grave forma di cardiopatia, per cui l’intervento è necessario e soprattutto urgente, ha avuto troppa risonanza, troppo dibattito. Non ha senso parlare del sangue dei vaccinati o dei non vaccinati senza chiedersi cosa farà quel bambino quando da adolescente scoprirà quanto accaduto; non ècorretto riparlare per l’ennesima volta della sicurezza dei vaccini e accomunare il dolore confuso di quei genitori con le follie di un arto al silicone”.

L'emulazione

Mumoli racconta che non appena si è diffusa la notizia, ha avuto casi di pazienti che chiedevano la provenienza del sangue con cui si sarebbe
proceduto alle trasfusioni. Perciò il responsabile dei reparti di Medicina del magentino chiede a tutti i colleghi di stare in silenzio,per non alimentare un’informazione scorretta e pericolosa.

“Abbiamo affrontato un periodo difficilissimo, c’è ancora tanto lavoro da fare e tanta informazione da dare ma davanti a quel bambino e ai suoi genitori vorrei tanto che il mondo scientifico cedesse il passo e dimostrasse quando è il momento di tacere”.

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