RESCALDINA

"La tela", una raccolta fondi per continuare l'attività nell'ex immobile della mafia

La grande villa ospita da anni eventi musicali, culturali e di cucina: "Ma ora abbiamo bisogno di aiuto"

"La tela", una raccolta fondi per continuare l'attività nell'ex immobile della mafia
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"La tela" di Rescaldina, una raccolta fondi per proseguire l'attività nell'immobile confiscato alla mafia.

"La tela", via alla raccolta fondi

Una raccolta fondi per far proseguire l'attività de "La tela", l'immobile di Rescaldina che si affaccia sulla Saronnese, immobile confiscato alla criminalità organizzato e da anni diventato centro di eventi culturali e musicali. Ma ora ci sono difficoltà tanto che è stata appunto lanciata una raccolta fondi per far sì che le attività possano continuare. "Questa raccolta fondi è finalizzata ad aiutare e consolidare le attività della Tela, Osteria Sociale del Buon Essere, un bene confiscato alla criminalità organizzata e gestito attualmente da La tela Cooperativa Sociale - spigano dalla cooperativa -  In questi anni abbiamo creato le basi per una seconda vita di un locale recuperato alla collettività.
La Tela è un progetto di formazione e di lavoro in un settore importante come quello della ristorazione, offre opportunità di lavoro a persone svantaggiate, utilizza principalmente prodotti provenienti dalla filiera equo solidale, a Km 0 e da agricoltura biologica. Questo è uno spazio di musica, cultura, incontri, sperimentazioni, discussione, formazione, gioco e divertimento a disposizione di tutti, per dimostrare che, sul fronte della lotta alle mafie, della diffusione della cultura della pace e del rispetto della legalità si possono raggiungere obiettivi solo se si lavora insieme. E' anche tutto il g(i)usto della solidarietà: sì perché a noi piace far conoscere nuove realtà produttive che riescono a coniugare qualità e socialità. Ed è così che abbiamo creato uno spazio per la nostra Bottega del g(i)usto ove è possibile trovare vari prodotti eno-gastronomici prodotti di cooperative sociali e giovani aziende provenienti da tutta Italia, alcune che lavorano terreni confiscati alla criminalità organizzata".

Le difficoltà

"Tutto questo (e tanto altro ancora) ha però incontrato la stagione del Covid che, oltre alle varie vittime della malattia, ha segnato pesantemente le attività di ristorazione. Molte costrette a chiudere - proseguono dalla cooperativa -  Noi abbiamo resistito, con molta fatica, sacrifici e impegno da parte dei soci lavoratori. Ma ancora oggi risentiamo delle conseguenze di questi due anni terribili e abbiamo alcuni problemi di liquidità. Per questo abbiamo deciso di chiedere un contributo a chi ci conosce, a chi ci ha frequentato e gustato i piatti proposti dalla nostra cucina; a chi non ci conosce ma vuole sostenere l’attività e i progetti di un bene confiscato alla criminalità. La donazione ci permetterà di continuare la nostra attività con un pizzico di serenità in più e di potenziare i nostri progetti di inclusione sociale e le nostre proposte culturali".
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