CARENZA DI NETTARE

"La pioggia ci sta mettendo fuori gioco": parla l'apicoltore

A toccare con mano gli effetti del cambiamento climatico è infatti Stefano Andreazza, apicoltore di Parabiago che lancia l'Sos rispetto alle prime fioriture di acacia, tarassaco e millefiori

"La pioggia ci sta mettendo fuori gioco": parla l'apicoltore
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Una vera e propria crisi. E' quella che sta coinvolgendo il settore dell'apicoltura, alle prese con l'aumento del 182% di pioggia caduta in 2 mesi rispetto allo scorso anno. Un fenomeno questo che sta mettendo a dura prova gli agricoltori del nostro territorio e in particolare la produzione del miele. A toccare con mano gli effetti del cambiamento climatico è infatti Stefano Andreazza, apicoltore di Parabiago che lancia l'Sos rispetto alle prime fioriture di acacia, tarassaco e millefiori.

Stefano Andreazza, apicoltore parabiaghese

Il racconto di Andreazza

«Faccio questo mestiere da 50 anni e dal 1985 lavoro in proprio nella attività ubicata tra Villastanza e Villapia - racconta Andreazza -. Non vedevo una situazione di questo genere da tantissimi anni. Dopo mesi di siccità, gli ultimi tempi erano stati contrassegnati dalla ripresa delle piogge. A complicare le cose, però, sono state anche le gelate notturne a cui si sono aggiunte le abbandonanti piogge che hanno caratterizzato queste giornate. Le temperature, giocoforza, si sono fatte troppo basse per la resa di nettare. Abbiamo quindi registrato perdite sullo stimato di almeno l'80% nella parte lombarda. Un diminuzione della produzione di miele che è andata di pari passo con lo stallo delle fecondazioni». 

Le proteste degli agricoltori

Andreazza non è l'unico ad alzare i riflettori sulla difficile situazione in cui versano gli agricoltori. E per questo ha  avanzato richieste specifiche in materia di concorrenza, anche nell'ottica di scongiurare lo spettro delle chiusure definitive.

«A Roma abbiamo protestato contro l’arrivo di prodotti dall’estero a prezzi stracciati. Per esempio, il miele è invenduto perché chi si occupa per la grande distribuzione acquista miele estero. Sta arrivando miele cinese, o triangolato a prezzi bassissimi». E’ vero, aggiunge, «Una annata malevola c'è sempre stata e bisogna aspettarsela, ma negli ultimi questo rappresenta ormai una costante. Ora come ora il pericolo è la chisuura dei battenti. Se manca anche solo il 50% del raccolto, non si hanno i soldi per pagare le bollette. Mantenere un alveare ha un suo peso specifico. Se manca la materia prima, mancano le spese vive per poterlo mantenere, anche solo in gasolio». Un quadro corroborato anche dalla Coldiretti che ha certificato come «tra marzo e aprile di quest’anno, a livello regionale sono caduti ben 324 millimetri di pioggia, il 182% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con il mese di marzo che quest’anno ha fatto registrare afflussi di 218 millimetri (sono stati 37 millimetri nel 2023) e quello di aprile di 106 millimetri (contro i 78 millimetri del 2023), secondo i dati di Arpa Lombardia. A questo si è sommato il fatto che il mese di aprile è stato caratterizzato da sbalzi termici importanti».

L'analisi della Coldiretti

Una situazione, continuano dalla Coldiretti Lombardia, «che da una parte ha ridotto le fioriture e dall’altra ha rallentato il lavoro delle api, con gli apicoltori costretti in molti casi a intervenire con alimentazioni di soccorso per cercare di evitare episodi di moria negli alveari. Il risultato è una forte contrazione delle prime produzioni primaverili, con cali importanti per millefiori, tarassaco e acacia, con punte negative che in alcuni casi per l’acacia arrivano fino all’80-90% in meno».

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