Addio

La comunità pastorale di Magenta saluta don Emiliano Redaelli

Dopo dieci anni in città il sacerdote, 43 anni, si trasferisce a Cormano lasciando l’unità pastorale e il gruppo scout di cui era assistente. Il messaggio: «Abbiate fiducia nei giovani»

La comunità pastorale di Magenta saluta don Emiliano Redaelli

Don Emiliano Redaelli, 43 anni, si appresta a lasciare Magenta, dopo dieci anni di ministero al servizio della pastorale giovanile della città.

Il saluto

Nei giorni scorsi è stato impegnato nel trasloco verso Cormano, dove proseguirà il suo servizio come vicario parrocchiale. Al suo posto arriverà da Solbiate Olona don Alessandro Metre. La comunità magentina saluterà don Emiliano oggi, domenica 7 settembre, all’arrivo della Fiaccolata partita giovedì da Imperia, a cui il sacerdote ha partecipato in questi giorni insieme ai giovani. Alle 18.30 nella basilica di San Martino sarà celebrata la messa «durante la quale saluteremo e ringrazieremo il Signore per il dono di don Emiliano e del cammino condiviso insieme in questi anni – fanno sapere dalla comunità pastorale Santa Gianna Beretta Molla e San Paolo VI – Al termine ci sarà un momento di festa e un rinfresco per lui e con lui in oratorio».

I dieci anni nella comunità

Don Emiliano Redaelli è arrivato a Magenta nel 2015. «Sono stati anni per me molto belli in cui sono cresciuto tanto, questa è stata una delle mie prime esperienze da prete dopo Cornaredo, dove sono stato tre anni – racconta – Sono stati anni in cui sento di aver ricevuto tanto e mi dispiace lasciare le belle relazioni costruite. Sono stati anni belli, grazie anche ai tanti collaboratori e ai tanti ragazzi che mi hanno dato una mano». In questi dieci anni a Magenta «ho anche imparato a conoscere il mondo scout: ho imparato tanto da questo metodo educativo e questa è stata una cosa molto bella – prosegue don Emiliano – Quest’estate ho anche potuto partecipare a una parte della route col Clan, cioè i ragazzi più grandi del gruppo, al Centro scout internazionale di Kandersteg, in Svizzera, ed è stata davvero una bella esperienza».

Il grande valore degli oratori

Nell’ambito della pastorale giovanile «ho capito l’importanza che gli oratori hanno ancora oggi, anche se spesso si dice che hanno meno tenuta rispetto al passato e che sono più vuoti, ma sono tuttora una realtà fondamentale del nostro tessuto sociale. In oratorio i ragazzi trovano esperienze, ascolto, confronto e relazioni per un cammino spirituale e umano. Gli oratori sono luoghi che vanno valorizzati». Il sacerdote prova «grande stima per il mondo dei giovani. Si parla spesso male di loro, focalizzandosi su minoranze che si comportano male, ma in realtà ci sono tanti ragazzi bravi, educati, che si danno da fare e a cui se viene data fiducia possono dare veramente tanto», sostiene.

I cambiamenti e la crescita della collaborazione

In questi dieci anni don Emiliano ha assistito ad alcuni cambiamenti in città: «Si è imparato sempre più a lavorare insieme come unità di pastorale giovanile. Nel corso degli anni ci siamo aperti e abbiamo costruito molto di più stando tutti assieme. In questo senso il covid ha dato un’accelerata perché per gli oratori estivi ci si è dovuti focalizzare sull’attenzione alle fasce di età più che alle singole identità degli oratori e in questo modo si è lavorato insieme – ricorda – Forse ora rispetto al passato c’è meno affezione alle singole parrocchie ma più all’oratorio inteso come insieme di esperienze e di relazioni. Si è riscoperto il valore più che dei luoghi in sé, per quanto importanti, delle esperienze e della comunità che si vivono. I ragazzi, che fanno generalmente più fatica a vivere i percorsi strutturati di fede e la partecipazione ai sacramenti, ora sono più interessati al tema religioso e alla preghiera. Anni fa c’era più di interesse, ora sono molto ricettivi e partecipano bene anche alle messe celebrate in oratorio».

L’appello del sacerdote

Don Emiliano lancia un messaggio alla città, in particolare agli adulti: «Abbiate fiducia nei ragazzi e nei giovani, piantatela di parlarne male. I giovani di oggi non sono peggio di quelli del passato, bisogna guardare al presente, non al passato», conclude.

Il grazie degli scout, di cui è stato Assistente ecclesiastico

Tra coloro che salutano con affetto e gratitudine don Emiliano Redaelli per questi dieci anni di presenza e impegno in città ci sono anche gli scout del gruppo Agesci Magenta 1, di cui il sacerdote è stato a lungo Assistente ecclesiastico, accompagnando gli educatori, i bambini e i ragazzi nel loro percorso spirituale.

«Don Emiliano, quando ci ha conosciuto, non sapeva nulla dello scoutismo, ma si è fidato e ha saputo amare il nostro modo di educare – raccontano i capi scout del gruppo – È sempre stato pronto ad accoglierci, cercando soluzioni per venire incontro alle nostre esigenze. Ha saputo mettersi a disposizione del nostro gruppo con gioia e dedizione, vivendo e testimoniando la felicità della sua vocazione e assaporando appieno le occasioni di servizio che si sono presentate sul cammino che abbiamo percorso insieme».

Don Emiliano ha lasciato una traccia importante nei cuori di ciascuno, dai più piccoli ai più grandi: «Il suo contributo è stato prezioso perché ha saputo trasmettere una fede fresca, genuina e vicina ai più giovani, dimostrandosi sempre aperto al dialogo e a un confronto aperto su ogni tema», conclude la Comunità capi del gruppo Agesci Magenta 1, che da un po’ di tempo collabora con il gruppo di Corbetta, il quale ha potuto anch’esso beneficiare della presenza del sacerdote.