La città di Rho piange Pietro Beretta una vita dedicata all’ospedale
Aveva 82 anni è stato per anni nel consiglio direttivo dell'Asst Rhodense
Un uomo attento ai problemi della città, un professionista che per anni ha lavorato per fare in modo che l’ospedale di Rho fosse uno dei migliori della Lombardia, un padre e oggi un nonno che stravedeva per la sua famiglia.
Una vita la sua legata all’azienda sanitaria rhodense dove ha lavorato per diversi anni
In tanti a Rho hanno pianto la scomparsa di Pietro Beretta, 82 anni, scomparso nei giorni scorsi. Una vita la sua legata all’azienda sanitaria rhodense dove ha lavorato per diversi anni ricoprendo numerosi incarichi. Dal 1972 al 1975 componente del Consiglio di amministrazione di quello che allora era l’ex ospedale di circolo, mentre dal 1976 al 1981 Pietro Beretta fece parte anche del Consiglio di amministrazione che si occupò della fusione tra l’ospedale di Rho e quello di Passirana facendolo diventare una azienda sanitaria unica e, anno dopo anno, rendendo Passirana quello che fino a poco tempo fa era un fiore all’occhiello per quanto riguarda la riabilitazione delle persone rimaste vittime di incidenti e costrette a passare il resto della loro vita in carrozzina.
Un amico di Settegiorni, un informatore scrupoloso che spesso chiamava per segnalarci alcune problematiche della città
Dal 1980 al 1984 Pietro Beretta fece anche parte del Consiglio di amministrazione dell’assemblea dei Comuni che facevano capo alla vecchia Unità Socio Sanitaria Locale numero 68. Assemblea dei Comuni che nominò Beretta come vice presidente. Anche quando è andato in pensione, Beretta ha sempre avuto un occhio di riguardo per quell’ospedale dove aveva lavorato per diversi anni. Ma non solo, grande amico di Settegiorni, Pietro Beretta era uno dei nostri occhi attenti sul territorio, un informatore scrupoloso che spesso e volentieri chiamava per segnalarci alcune problematiche della città. Lo faceva senza polemica, ma solo con la voglia di risolvere quello che non andava, in modo particolare al cimitero di corso Europa dove spesso si recava per far visitare ai parenti defunti. Un uomo allegro che girava per la città, in modo particolare nel quartiere di San Giovanni dove abitava, con il suo inseparabile cocker. Un uomo che amava la sua famiglia, la moglie Liliana, i suoi figli Barbara e Gianluigi e i suoi nipoti Martina, Sara e Luca quest’ultimo ex corridore delle giovanili della ciclistica Biringhello.
Un nonno speciale che adorava i suoi tre nipoti
E spesso il lunedì mattina nonno Pietro, seduto ai tavolini del bar, raccontava le gara del nipote che aveva seguito personalmente. Per Martina e Sara nonno Pietro è stato come un padre, una presenza costante che le ha accompagnate nei momenti di gioia, come la Laurea della sua amata Martina, e nei momenti difficili. Per questo gli sono state vicino e lo hanno riempito di amore fino agli ultimi giorni della sua vita.
Un uomo stimato e benvoluto da tanti e la dimostrazione la si è avuta la vigilia di Natale quando numerose persone hanno partecipato ai suoi funerali celebrati da don Marco, parroco di San Giovanni nella chiesa di via Chiminello.