In 150 alla 24esima Marcia della pace di Capodanno per dire no a ogni guerra
La manifestazione organizzata da numerose associazioni e realtà del magentino
L’anno nuovo a Corbetta è partito con la tradizionale Marcia della pace, giunta alla 24esima edizione, con lo slogan «Cuore e mente aperti al mondo intero, per una pace duratura». Nel pomeriggio di Capodanno, in occasione della Giornata mondiale della pace, circa 150 persone hanno sfilato in corteo per le vie della città in una marcia, con alcune tappe, organizzata in modo corale da numerose associazioni del territorio, con il patrocinio del Comune di Corbetta: Acli, Comitato intercomunale per la pace, Ecoistituto della valle del Ticino Odv, Scuola senza frontiere di Corbetta, Apwoyo onlus, gruppo scout Agesci Corbetta 1, Coordinamento Anpi del magentino, gruppo teatrale interculturale Muri, Binario 8.
Il percorso e le tappe
La Marcia è partita da piazza Verdi, ha raggiunto via Mazzini, di fronte al santuario della Madonna dei miracoli, quindi il parco comunale e il cortile di villa Ferrario. Sosta in sala Don Sacchi per un momento di riflessione e musica e conclusione sul sagrato della chiesa San Vittore con l'intervento del parroco, che ha poi celebrato la messa della pace. In ogni tappa una sfaccettatura diversa del tema, dalla solidarietà alla giustizia, dalla gentilezza al rispetto dell’altro, fino alle conseguenze della guerra, tutte affrontate in modo coinvolgente per i partecipanti grazie al contributo creativo e artistico delle varie realtà che hanno partecipato, tra cui anche il Cct (Centro culturale teatrale) e alcuni docenti dell’Istituto comprensivo «Aldo Moro» di Corbetta.
Messe in scena teatrali, lettura della lettera di Papa Francesco per la 58esima Giornata mondiale della pace, di uno stralcio dell’enciclica «Fratelli tutti» e di un testo del Cardinal Delpini, messaggi dei bambini, gesti simbolici come cuori da attaccare su un cartellone e fili da intrecciare, proiezione del filmato intitolato «Rimetti a noi i nostri debiti» sulla situazione dei Paesi meno sviluppati, canzoni di De Andrè e di John Lennon, letture di messaggi di pace in più lingue (italiano, urdu, amarico, arabo, ucraino e indiano) hanno caratterizzato questa edizione della Marcia della pace, che ha richiamato persone e associazioni da tutto il territorio del magentino.
La riflessione
«È stato un momento importante per ripartire su queste tematiche tutti insieme rinnovando l’impegno e la voglia di affrontarle, specie in questo momento storico di difficoltà – afferma il presidente del Comitato intercomunale per la pace Sergio Colombo – Siamo una rete di realtà ben affiatate tra loro, continuiamo di anno e in anno e non vogliamo rinunciare a credere in una visione del mondo di pace. Dopo decenni, a seguito della seconda guerra mondiale, in cui le leggi e la coscienza collettiva avevano affermato i diritti umani e la contrarietà alla guerra, ora il modo di vedere le cose è cambiato e sempre più sta prevalendo in varie parti del mondo la forza delle armi».
Colombo esprime preoccupazione, a nome di tutta le realtà partecipanti, per questa situazione: «L’imposizione violenta di un punto di vista da parte di chi ha più risorse economiche e belliche non rivolve nulla e le conseguenze negative della guerra in termini di perdite di vite umane, spreco di risorse e danni ambientali e strutturali ricadono soprattutto sulle persone semplici. Bisogna tornare a osservare e rendersi conto dei disastri che la guerra comporta e dire una volta per tutte che non ha senso», conclude il presidente del Comitato intercomunale per la pace.