Chiesa

Il saluto di don Giuseppe Marinoni a Magenta

Lunedì il sacerdote ha lasciato la Città della Battaglia in direzione Saronno, dove da settembre assumerà l'incarico di Prevosto

Il saluto di don Giuseppe Marinoni a Magenta
Pubblicato:
Aggiornato:

Dopo nove anni nella Città della Battaglia, da lunedì don Giuseppe Marinoni ha lasciato Magenta, direzione Saronno dove ha iniziato la nuova tappa del proprio cammino sacerdotale.

Il saluto di don Giuseppe Marinoni a Magenta

L’annuncio del suo trasferimento, previsto inizialmente per settembre, era arrivato all’inizio del mese di giugno, suscitando nei fedeli magentini un grande dispiacere. Don Giuseppe ha però voluto anticipare la partenza, in modo così da poter entrare pian piano nella nuova realtà saronnese.

«Non nascondo il rammarico di lasciare Magenta - ha spiegato il sacerdote - Nove anni non sono pochi, ma al contempo nemmeno tanti. In nove anni si iniziano infatti ad approfondire le relazioni. Le persone hanno bisogno di tempo per conoscere e aprire il proprio cuore. In questi anni il percorso fatto a Magenta è stato molto bello con la partenza della comunità pastorale che il prossimo 4 novembre compirà dieci anni. La comunità è giovane in confronto alle parrocchie, basti pensare che quella di San Martino è secolare, quindi il percorso da fare è ancora molto lungo».

Il prevosto ha poi ripercorso le tappe e il lavoro svolto nella Città della Battaglia con il suo impegno di confronto e apertura verso la società civile e quello nei confronti della comunità islamica, che è sfociato nel corso degli ultimi anni nelle belle esperienze delle giornate interreligiose.

«Ho cercato sin da subito di aprire un dialogo con la realtà civile, inviando anche delle lettere alla cittadinanza - prosegue don Giuseppe - Stessa cosa con la comunità islamica per fare dei passi di coesione e condivisione. Il mio obiettivo è quello di fare altrettanto a Saronno, ripercorrendo gli stessi passi. Di sicuro nella nuova realtà avrò bisogno di più di un anno per ascoltare, conoscere, capire e immergermi nel contesto. Al momento ho ricevuto una bellissima accoglienza, però dietro i tanti volti che sto imparando a conoscere ci sono un nome e una storia che poco a poco voglio approfondire».

A Saronno con la fede... nerazzurra

Una cosa che sicuramente il parroco porterà con sé a Saronno è la propria fede. O meglio, per essere precisi, non quella spirituale che da sempre lo accompagna e lo accompagnerà, ma in particolare quella calcistica. Il sacerdote è infatti un grande tifoso interista. Uno strumento, come lui stesso l’ha definito, in grado di far nascere delle connessioni con le persone.

«Lo dice il nome stesso, l’Inter è interrelazione, e questo aiuta a entrare in contatto con le persone e creare legami con tutti, anche con chi tifa altre squadre - spiega - È un modo simpatico per entrare in connessione con gli altri. Ma detto questo, tra poco faremo sventolare anche a Saronno la bandiera nerazzurra dei Campioni d’Italia».

Il prevosto ha infine voluto lasciare due pensieri per la città di Magenta, nella quale tornerà il prossimo 15 settembre, per il saluto ufficiale; e altrettanti per quella di Saronno nella quale si appresta a vivere questa nuova esperienza:

«A Magenta voglio dire grazie e scusa. Grazie per questi nove anni fantastici, nei quali ho ricevuto veramente tanto. Scusa e Perdono invece perché non con tutti sono riuscito a entrare in sintonia. Per Saronno invece dico aiutatemi a conoscervi e abbiate pazienza. Aiutatemi per riuscire pian piano a costruire relazioni e abbiate pazienza perché sono consapevole dei miei limiti. Sarà un’esperienza nuova, in una realtà diversa e più grande e quindi ci vorrà sicuramente del tempo per iniziare questo nuovo cammino».

Seguici sui nostri canali