la tragedia

Il rhodense che ha scoperto Julia Ituma

"Quando l’ho vista giocare ho pensato, ma come è possibile che giochi in oratorio?"

Il rhodense che ha scoperto Julia Ituma
Rho
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È cresciuta in Bovisasca, dove all’oratorio San Filippo Neri ha cominciato a praticare quello sport che a soli 18 anni l’ha portata a girare il mondo. Julia Ituma era una promessa del volley e nessuno, tra associazioni sportive e appassionati della pallavolo, riescono a farsene una ragione: ma dalla mattina di giovedì 13 aprile l’azzurra non c’è più.

Julia Ituma

Nata a Milano da genitori nigeriani nel 2004, ha cominciato giocare sottorete in periferia da quando aveva 11 anni.
Del grandissimo talento di Julia se ne sono accorti subito e lei, giovanissima, con i suoi 192 centimetri d’altezza, ha cominciato a giocare per il Club Italia, la squadra che raccoglie i fiori all’occhiello della pallavolo italiana.

Subito tra i professionisti

Proprio da questa esperienza Ituma è stata notata nel panorama della pallavolo professionistica: nel suo ruolo, l’opposto, grazie alle sue doti, aveva pochi rivali fra le coetanee. Nel 2021, con la Under18 italiana, era stata vicecampionessa del mondo, sconfitta in finale dalla Russia. Mentre l’anno scorso, Ituma aveva disputato e vinto con la Nazionale azzurra Under19 l'Europeo di categoria e l'European Youth Olympic Festival. È arrivata quasi naturalmente l’analogia con la campionessa azzurra Paola Egonu. E, secondo gli esperti, Julia avrebbe potuto proprio percorrere i suoi stessi passi, trovandosi appena maggiorenne già a giocare per il Campionato della Serie A1 come titolare della Igor Novara.

La tragedia

La notizia della tragedia è diventata di dominio pubblico nella mattinata di giovedì 13 aprile.  La pallavolista e la sua squadra nella serata di mercoledì hanno giocato la semifinale della Champions League contro Eczacibasi Istanbul, perdendo 3-0, nella capitale turca. La tragedia si sarebbe consumata proprio nelle ore dopo il match. Ituma sarebbe caduta dalla finestra della sua camera d’albergo verso le 5,30 di giovedì mattina.

Giovanni Sada, che l'ha conosciuta nel 2018

In lei ci ha creduto fin dall’inizio Giovanni Sada, rhodense responsabile delle selezioni provinciali del Club Italia. È stato proprio un tecnico del suo staff a vederla per la prima volta giocare:

"L’ho conosciuta nel 2018, quando un nostro tecnico l’ha fatta presentare ai provini. Per l’occasione avevamo organizzato un torneo e quando l’ho vista giocare ho pensato: “Ma come è possibile che giochi in oratorio?”. Era fortissima, era dotata fisicamente. L’abbiamo voluta subito nel Club Italia".

Sada ha puntato fin dall’inizio su di lei:

"Aveva tutte le caratteristiche giuste per fare grandi cose. C’è chi la paragona alla grande Paola Egonu. A mio parere era anche più forte. Eravamo tutti convinti che nel giro di pochissimo tempo sarebbe esplosa in tutto il suo talento - ha continuato Sada - D’altronde, in quattro anni è passata dall’oratorio alla serie A. Ha avuto tutto... Forse troppo in fretta".

La notizia della sua morte ha sconvolto profondamente lui e il Club:

"Lei era una ragazza simpatica, sempre sorridente - la ricorda Sada - Impossibile pensare ad un gesto del genere. Siamo davvero addolorati".

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