La storia

Il prof Catizone nella storia del tennis

Il professore, che abita a Sedriano, ha ricevuto un importante riconoscimento da parte dell’Itf Coaching & Sports and Science Review.

Il prof Catizone nella storia del tennis
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Una grande soddisfazione per il tennis, e lo sport in generale, per Sedriano e il nostro territorio.

Il riconoscimento al prof Catizone

Giovanni Catizone, sedrianese d’adozione nonché tra le altre cose professore dell’Istituto Bernocchi di Legnano e dell’Università Cattolica di Milano e responsabile dell’Area Fisico Motoria della Fitp (Federazione Italiana Tennis e Padel), ha infatti ricevuto un importante riconoscimento da parte dell’Itf (International Tennis Federation ) Coaching & Sports and Science Review. Il prestigioso ente ha approvato e pubblicato a livello mondiale i test per il tennis ideati, studiati e proposti da Catizone. D’ora in poi quei testi proposti sugli atleti si chiameranno proprio "Test di Catizone".

Di cosa si tratta

Infatti, il professore ha recentemente pubblicato un protocollo che propone delle prove studiate per misurare le capacità coordinative e di movimento degli atleti sul campo da tennis, "così da identificare le cause dei deficit e quindi capire dove e come intervenire - ha spiegato - Si tratta dei primi test specifici per il tennis. La preparazione atletica si è sempre basata su attività di carattere generale, modellate per il nostro sport. Stavolta, invece, il lavoro è realizzato da zero per il tennis". Test che comunque, assicura il professore, potranno essere utilizzati in qualunque ambito sportivo.

I test

ha spiegato Catizone nel dettaglio:

"Per quanto riguarda l’ambito sportivo, abbiamo atleti di un certo livello fisico, ma quanta di questa capacità sanno usare sul campo? Così ho deciso di misurare la velocità e la forza esplosiva degli arti inferiori su due schemi motori: la corsa in 20 metri e il balzo in avanti. Per quanto riguarda la velocità ho diviso i 20 metri in 4 in modo che l’atleta corra sì 20 metri, ma a navetta; se la differenza tra il tempo che l’atleta ci ha messo per percorrere i 20 metri in linea retta o a navetta è meno di 2 secondi allora la sua capacità è eccellente. Di fatto è uno studio che fa da specchio alle capacità degli atleti di spostarsi da destra a sinistra. Stesso discorso vale per la forza, proponendo di realizzare due salti monopodalici (con una gamba sola, ndr.). In particolare ho scoperto che dopo i 15 anni, se prima si è fatto un bel lavoro, la distanza del salto monopodalico dovrebbe superare quella realizzata con un salto bipodalico".

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