La storia da Vittuone

"Il mio viaggio tra i popoli mongoli, vivendo insieme a loro"

Il vittuonese Renato Carlo Cucinato ha vissuto un mese a stretto contatto con le popolazioni mongole: ecco il suo racconto.

"Il mio viaggio tra i popoli mongoli, vivendo insieme a loro"
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Un mese vivendo da vicino la cultura e le tradizioni delle popolazioni mongole.  Un’esperienza particolare e densa di significato quella provata per un mese da Renato Carlo Cucinato di Vittuone.

Un viaggio speciale in Mongolia: il racconto del vittuonese Cucinato

Ha raccontato:

"Sono tornato in Italia mercoledì scorso da un’esperienza davvero fuori dal comune e che mi ha regalato tanto. Infatti durante il mese di luglio sono stato in Mongolia, stando a stretto contatto con le popolazioni locali e vivendo da vicino l’esperienza nomade. Inizialmente sono stato ospite di un colonnello della polizia a Ulan Bator, la capitale della Mongolia, ma poi mi sono spostato durante tutto il mese e ho avuto la possibilità di vedere i paesaggi mozzafiato delle steppe, il deserto del Gobi, i loro templi fino a raggiungere i 2.650 metri di altezza e vivere insieme alle popolazioni mongole che sono sempre state popolazioni nomade".

Insieme a una famiglia rurale

In particolare Cucinato è stato ospite di una famiglia rurale.

"Avevano 300 capi tra pecore, capre, cavalli e yak allo stato brado. Ho vissuto insieme a loro nelle “Ger” (abitazioni antichissime dei popoli nomadi dediti alla pastorizia, in russo chiamate anche “Iurte”, ndr.). È stata un’esperienza molto positiva, perché mi ha permesso di conoscere usi e costumi del mondo rurale mongolo, che ha alle spalle una tradizione davvero antica".

Il vittuonese ha poi raccontato com’è la vita da nomade mongolo.

"Si fa tutto all’interno della “Ger”; si dorme, si mangia, ma ovviamente non c’è il bagno... per quello c’è la natura intorno. Nella zona c’è molta acqua, quindi la recuperano la bollono prima di berla. Per lavarsi, come per tante altre cose, bisogna adattarsi, ci si lava principalmente a secco".

Una nazione con una popolazione millenaria

"Non ho avuto nessun tipo di problema né con l’altezza, né con le loro tradizioni o il loro cibo, che si basa soprattutto sulla carne di pecora e sul riso - ha spiegato - Essendo considerato un ospite, ogni tanto proponevano dei brindisi, che vengono fatti sia con il latte di cavalla, di capra o pecora e di yak munto sul momento (a volte mescolato anche con del the), ma anche di liquori. Mi hanno anche insignito della carica di colonnello di polizia ad honorem - ha ricordato con un sorriso - Appena arrivato inoltre sono riuscito a partecipare al “Naadam”, la festa nazionale più importante della Mongolia che, da otto secoli, è la rievocazione delle imprese dell’amatissimo Gengis Khan. Arrivano nella capitale tutte le popolazioni delle 21 province: sono meravigliosi con le loro parate e i loro vestiti tradizionali. La chiusura delle festività si svolge invece allo stadio dove dimostrano anche le loro grandi abilità di cavallerizzi".

Insomma per Cucinato è stato un mese sulle orme di Gengis Khan e di uno degli imperi più vasti della storia, arrivando a raggiungere i 33 milioni di chilometri quadrati senza interruzioni territoriali.

"Ho vissuto un’esperienza bellissima - ha ricordato - I paesaggi poi sono meravigliosi... centinaia di chilometri di steppa con animali liberi al pascolo e le montagne sullo sfondo. È stato sicuramente un viaggio su cui mi sono preparato e che mi ha permesso di capire ed immergermi in un popolo con delle tradizioni millenarie, di cui vanno davvero fieri".

Vittuone, Renato Carlo Cucinato in Mongolia
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Vittuone, Renato Carlo Cucinato in Mongolia
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