Meno di un anno è passato da quando, a Seguro, ha preso il via l’esperienza di Aut&Food, il ristorante di Settimo Milanese gestito da persone con autismo.
Ristorante Aut&Food
Era febbraio, ma sembrano essere passati molti più mesi tanta è la strada percorsa e i risultati raccolti lungo questo cammino fatto di speranza ma anche e soprattutto tanto necessario pragmatismo.
Oggi sono cinque i giovani con autismo che lavorano nel ristorante, come ci racconta uno dei fondatori Matteo Fontana, papà aut: Ricky, assunto con contratto a tempo indeterminato dalla Tarquinio srl; Fabrizio, che ha firmato un tirocinio retribuito; la giovane Viola, che sta concludendo il proprio percorso scolastico e già presta servizio come pasticcera; Zaira, che ha firmato il suo primo tirocinio pagato in occasione della Festa del paese, e infine Davide, ultimo innesto nella squadra del ristorante Aut&Food.
Autismo e lavoro
Un gruppo di lavoro guidato da Matteo che giorno dopo giorno si applica e migliora, guardando sempre avanti con inesauribile energia. Se a febbraio infatti l’idea di gestire una cucina e una sala con decine di clienti sembrava poco più di un miraggio, nove mesi dopo la situazione è ben differente. Quello che era un laboratorio di cucina è adesso un ristorante gourmet, con tanto di consulenze di chef ad elevare le competenze dei ragazzi. Aut&Food è aperto (e spesso pieno) ogni lunedì e giovedì sera, quando è possibile cenarvi tramite prenotazione, e svolge servizio anche il mercoledì a pranzo, momento nel quale vengono accolte scolaresche da tutta Lombardia.
Il sostegno del territorio
La bontà del progetto, creato ad hoc per i ragazzi autistici del territorio con l’obiettivo di creare autonomia e posti di lavoro, raccoglie attorno a sé numerosi volontari che prestano il proprio tempo ma anche aziende che hanno aiutato con attrezzatura o, come nel caso della Tarquinio srl, con un contratto in distaccamento. La cena di lunedì 17 novembre ha segnato un nuovo momento memorabile fra i tanti già occorsi in questi nove mesi dalla nascita di Aut&Food al Cascinotto di via Moirano.
Il grembiule a Nico Acampora
A cenare ospiti della squadra di Aut&Food c’erano infatti alcuni cuochi, camerieri e barman di Pizzaut, la prima pizzeria in Italia gestita da personale autistico e dove Matteo Fontana ha prestato servizio negli anni passati.
A Seguro al ristorante c’erano anche i fondatori di Pizzaut: Nico Acampora, nominato nel 2022 dal presidente Mattarella Cavaliere della Repubblica Italiana, ed Enrico Celeghin, da sempre al fianco di Nico, giunti per osservare da vicino e sostenere la realtà di Settimo nata sul modello di inclusione lavorativa da loro lanciato.
Al termine della cena, stretti in un abbraccio, i tre papà aut, Nico, Enrico e Matteo hanno tenuto un breve discorso concluso con un gesto simbolico ma importante.
«Questa non è una scelta missionaria – ha detto Acampora – E’ qualcosa di diverso, di altrettanto importante, sicuramente una scelta di vita. Noi, voi, facciamo quello che va fatto. Ciascuno ci mette quello che può mettere. Chi venendo qui a cena una volta a settimana. Chi facendo il volontario una volta a settimana. Chi stando qui giorno e notte a lavorare instancabilmente. Ognuno sceglie e fa il pezzettino che serve a completare questo puzzle che ha un solo scopo: quello di migliorare la vita delle persone che lavorano qua. Tutte, non solo quelle autistiche».
Il lavoro è la principale alternativa all’«immobilismo» a cui l’attuale società confina chi è autistico.
«In Italia lavora l’1,7% delle persone autistiche, che su 600 mila è comunque una cifra minima – ha dichiarato Acampora – . Tutti, purtroppo, o prima o dopo, finiscono in un centro diurno o in un istituto. Tutti. Se si ha una famiglia attenta e presente può capitare più tardi, se una famiglia ha meno possibilità o la forma di autismo è più severa, succede prima. Ecco, un posto come questo offre una possibilità diversa, e serve a costruire un mondo migliore, perché un mondo migliore per i nostri figli vuol dire un mondo migliore per tutti».
Da Nico, l’appello per tutti: «Bisogna venir qui a mangiare ogni volta che si può: il ristorante deve essere pieno, perché solo così oltre al primo ragazzo con contratto a tempo indeterminato ci poi sarà il secondo, il terzo e il quarto, e poi si crescerà e allora il quinto, il sesto, il settimo… Per cambiare il mondo, anche in maniera piccola, bisogna pensare in grande. E poi lavorare di conseguenza».
Per chiudere, un momento simbolico ma di grande valore, con la consegna da parte di Matteo a Nico Acampora del grembiule da lavoro di Aut&Food.