Il cuore di Sedriano batte fino in Benin
La storia di solidarietà di Annalisa Bergamaschi, che ha portato la generosità della comunità di Sedriano fino in Africa.
Il cuore generoso di Sedriano è arrivato fino in Africa, fino in Benin.
Il cure generoso di Sedriano: Annalisa torna in Benin
"È bello sapere che il nome di Sedriano è nella bellezza del mondo e che il paese viene visto come cuore generoso". È ancora emozionata Annalisa Bergamaschi, nonostante siano ormai ben 25 anni che passa le sue estati nelle missioni in giro per il mondo, a raccontare i suoi ultimi 25 giorni passati fianco a fianco ai bambini e alle loro famiglie in Africa, e precisamente in Benin.
Annalisa ha dato davvero il suo contributo e quello dell’intera comunità di Sedriano in giro per il mondo: in Brasile, Perù, Costa d’Avorio e, appunto Benin. Sempre attraverso il gruppo missionario dei frati Cappuccini. Ora sono 4 anni - eccetto per lo stop forzato dettato dal Covid - che dà il suo aiuto nel Paese dell’Africa occidentale.
Le missioni dei frati Cappuccini
Haspiegato Annalisa:
"Da gennaio ad aprile seguiamo un corso organizzato dai frati Cappuccini di Milano. Durante questi incontri vengono date informazioni su come comportarsi anche a livello sanitario e c’è sempre qualcuno, tra frati missionari o volontari, che racconta la sua esperienza. Poi vengono scelte le mete: quest’anno sono ancora andata in Benin. Ed è stata la mia ricarica, la mia speranza in un mondo migliore. Insieme a me c’erano anche 5 persone, tra cui due insegnanti e, come sempre, siamo stati ospitati dalle suore".
Per avere informazioni sui progetti dei frati Cappuccini si consiglia di visitare il sito www.missioni.org.
La solidarietà in Benin
Un’esperienza che, come sempre, ha aperto davvero i cuori dei volontari giunti nei villaggi del Benin.
"Il Benin è un Paese di lingua francese, ma a volte parlano un loro dialetto, difficile da comprendere - ha continuato Annalisa - Eppure c’è un linguaggio del cuore... e ci si capisce immediatamente. L’ultima volta che sono andata in Benin avevo detto ai bambini che quando sarei tornata avrei cantato una canzone che gli avevo insegnato e loro sarebbero usciti dalle loro case. Sono tornata quest’anno e subito l’ho cantata... è stato emozionante vederli correre fuori dalle loro case mentre ancora si stavano vestendo. Ho ritrovato un pezzo di cuore che avevo lasciato lì. Mentre camminavo per la strada mi ritrovavo abbracciata a qualcuno... sono cose che scaldano il cuore. Come anche vedere come canti e percorsi avviati tempo fa vengano da loro ricordati alla perfezione. Per dargli una mano basta un piccolo gesto e dedicare loro del tempo. Dall’altra loro si prodigano sempre per darti anche le più piccole cose che hanno: non ti faranno mai mancare acqua, frutta o anche una sedia. C’è ancora il grande valore dell’aiuto. Si torna con una consapevolezza in più... loro danno tutto quello che hanno, noi troppo spesso innalziamo muri".