LA SENTENZA

Il Comune ha vinto la causa sull’antenna per la telefonia

L'Ente si è aggiudicato il primo round del contenzioso contro Infrastrutture Wireless Italiane (Inwit spa), la società che gestisce l'imponente antenna per le telecomunicazioni situata in un'area limitrofa alla piattaforma ecologica

Il Comune ha vinto la causa sull’antenna per la telefonia

Una vittoria legale dal peso economico notevole per le casse comunali. Il Comune di Magnago ha vinto il primo round del contenzioso contro Infrastrutture Wireless Italiane (Inwit spa), la società che gestisce l’imponente antenna per le telecomunicazioni situata in un’area limitrofa alla piattaforma ecologica.

La sentenza del Tribunale di Busto Arsizio

Il Tribunale di Busto Arsizio, con una sentenza emessa lo scorso 12 novembre, ha dato piena ragione all’ente, condannando l’azienda al pagamento di canoni di locazione arretrati per un importo che, sommato a interessi e spese legali, supera i 250 mila euro.

Le origini della vicenda

La vicenda giudiziaria nasce da un decreto ingiuntivo ottenuto dal Comune di Magnago per il mancato pagamento integrale del canone di affitto del terreno su cui sorge il ripetitore. La somma richiesta dall’ente, pari a 223.389,19 euro, è stata contestata dalla società di telecomunicazioni, che si è opposta al pagamento facendo leva su una complessa questione giuridica. Secondo la difesa di INWIT, il terreno in questione sarebbe da considerarsi un bene pubblico “indisponibile” e, pertanto, soggetto a un canone calmierato e fissato per legge, molto più basso di quello previsto dal contratto di locazione originale. L’azienda aveva inoltre eccepito la prescrizione per una parte degli affitti non corrisposti, relativi al periodo 2015-2020.

L’iter giudiziario

Il Giudice del Tribunale di Busto Arsizio, Carlo Barile, ha però respinto su tutta la linea le argomentazioni della società. Nella sentenza si chiarisce che il terreno, non essendo stato destinato a un servizio pubblico proprio del Comune con un atto amministrativo specifico, rientra nel “patrimonio disponibile” dell’ente. In parole semplici, il Comune ha agito come un qualsiasi proprietario privato che affitta un proprio bene, e pertanto il contratto stipulato tra le parti è pienamente valido, compresa la clausola che determina l’importo del canone d’affitto. Di conseguenza, le normative che prevedono un canone fisso ridotto per l’occupazione di suolo pubblico non sono applicabili a questo caso. Anche l’eccezione sulla prescrizione è stata rigettata, in quanto un parziale pagamento effettuato dalla società nel 2020 è stato interpretato dal giudice come un riconoscimento del debito, interrompendo così i termini.

La decisione presa dal Tribunale

La decisione del tribunale ha confermato integralmente il decreto ingiuntivo, condannando INWIT al pagamento della somma capitale più le spese processuali. Grande soddisfazione è stata espressa dall’Amministrazione comunale.

Il Comune è risultato vincitore del contezioso

«Il Comune di Magnago è risultato vincitore nel contenzioso», commenta il portavoce Massimo Riondato. «Il tribunale ha riconosciuto che il canone corrisposto non era in linea a quanto stabilito dal contratto e dalle norme, riconoscendo un congruo rimborso al comune. L’importo complessivo di interessi legali e spese giudiziarie è di poco superiore a 250 mila euro e dovrà essere corrisposto alle casse comunali». Riondato sottolinea come questo successo sia il frutto di un meticoloso lavoro interno all’apparato comunale. «È un esempio del lavoro importante che stanno svolgendo gli uffici sulla gestione dei contratti e degli incassi. È stato un lavoro in team che ha coinvolto in primis l’ufficio finanziario e l’ufficio ambiente, a cui va reso merito».

“Una vittoria di metodo”

Una vittoria che non è solo economica, ma anche di metodo, come ribadisce il portavoce: «la cifra seppur non definitiva è importante e testimonia l’attenzione sulla buona amministrazione e sulle situazioni sostanziali, poche polemiche e fatti importanti». La sentenza, inoltre, potrebbe avere una valenza che travalica i confini di Magnago.

Una sentenza che potrebbe fare scuola anche per gli enti che potrebbero recuperare introiti

«È una sentenza che potrebbe fare ‘scuola’ anche per gli enti che potrebbero recuperare introiti se si trovassero nella medesima situazione», aggiunge Riondato, evidenziando come la distinzione giuridica del terreno, al centro della causa, sia un elemento comune a molte amministrazioni locali. Ora la palla passa nuovamente alla società, che avrà tempo fino a metà dicembre per presentare appello contro la decisione di primo grado. Nel frattempo, l’Amministrazione attende l’evoluzione della vicenda prima di decidere la destinazione di questo importante e inatteso introito. Un tesoretto che, se confermato, potrebbe tradursi in nuovi servizi e investimenti per la comunità.