Ictus, i bambini diventano supereroi per salvare i loro nonni
A Cornaredo arrivano i Fast Heroes, alunni delle scuole elementari istruiti a riconoscere i sintomi della malattia e a chiamare immediatamente i soccorsi.
Ictus, un progetto per salvare il mondo un nonno alla volta. È la missione affidata ai Fast Heroes, i bambini delle elementari istruiti a riconoscere i sintomi della malattia e a chiamare immediatamente i soccorsi.
Ictus: arrivano i Fast Heroes, piccoli eroi che salvano i loro nonni
Quale bambino non sogna di diventare un supereroe? Una fantasia che ora può trasformarsi in realtà grazie a Fast Heroes, la campagna didattica internazionale rivolta alle scuole primarie che ha lo scopo di aumentare la conoscenza dei sintomi dell’ictus e la consapevolezza dell’importanza di un’azione immediata.
Ideato dal Dipartimento di Istruzione e Politiche sociali dell’Università della Macedonia di Salonicco e sostenuto dalla World stroke organization (Organizzazione mondiale sul’ictus cerebrale), il progetto è stato realizzato, nell’anno scolastico 2020-21, in 1.860 scuole di 14 Paesi del mondo, coinvolgendo 72.450 bambini e 5.724 insegnanti.
Dopo una fase pilota avviata la scorsa primavera in due istituti comprensivi statali (il Leonardo da Vinci di Cornaredo e l’Emanuela Loi di Mediglia), con protagonisti oltre 300 bambini delle classi quarte e quinte primarie, la campagna parte ufficialmente in Italia con l’anno scolastico 2021-22, in collaborazione con l’Ufficio scolastico territoriale di Milano del Ministero dell’Istruzione e l’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale, Alice Lombardia odv, nelle primarie della Città metropolitana di Milano.
E' la terza causa di morte e la prima di invalidità per malattia
«L’ictus è la terza causa di morte e la prima di invalidità per malattia. Questo perché la maggior parte delle persone che ne è colpita arriva in ospedale troppo tardi. L’età media delle persone colpite da ictus è di 70 anni e, secondo i dati socio-demografici, fino al 50% sono nonni, che si prendono cura dei nipoti almeno un paio di volte alla settimana» dice Nicoletta Reale, past president di Alice Italia.
La fase pilota ha coinvolto gli alunni del Da Vinci di Cornaredo
L’idea alla base della campagna Fast Heroes è di far leva sull'entusiasmo dei bambini nell'imparare, per insegnare loro e, tramite loro alle famiglie, come agire in caso di un ictus. In particolare, si è pensato ai bambini delle scuole primarie perché sono quelli che passano più tempo con i propri nonni. La fase pilota ha ottenuto ottimi risultati. «Il progetto è ben strutturato: da una parte i bambini hanno partecipato con entusiasmo e si sono dimostrati molto interessati al tema, dall’altra gli insegnanti hanno reputato i materiali forniti corposi e di facile utilizzo per le classi coinvolte, tant’è che hanno proposto di coinvolgere anche i bambini più piccoli delle scuole primarie» dichiara Giuseppina Tiziana Aloisi, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo statale Leonardo da Vinci di Cornaredo. «I materiali sviluppati per svolgere il programma sono ben fatti e adatti all’età dei bambini delle scuole primarie. L’idea di incentrare la campagna sullo speciale legame tra bambini e nonni e di utilizzare dei supereroi come personaggi è sicuramente vincente» prosegue Laura Lucia Corradini, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Emanuela Loi di Mediglia.
I bambini imparano, giocando, a riconoscere i sintomi dell'ictus
Per i piccoli è facile immedesimarsi in Matteo, un bambino come loro, realizzato con una grafica accattivante, e il progetto comprende una vasta gamma di attività che ruotano intorno a quattro supereroi, dove il protagonista Matteo si trasforma in un eroe Fast e impara a combattere contro il «Trombo malefico» per salvare la vita di Nonno Franco. Distribuite nell’arco di cinque settimane, le diverse attività insegnano ai bambini quali siano tre tra i sintomi più comuni dell’ictus - il lato del viso che inizia improvvisamente a cadere, la perdita di sensibilità in un braccio e la difficoltà nel parlare - e a chiamare subito il 112.
Solo il 23% di chi ha un attacco si rende conto di che cosa sta succedendo
Da uno studio italiano è emerso che solo il 23% delle persone colpite da ictus si rende conto di che cosa sta succedendo, e solo l’11% chiama l’ambulanza. «La tempestività in caso di ictus è fondamentale e la persona con sospetto attacco cerebrovascolare deve ricevere immediatamente diagnosi, cura e assistenza più adatte e mirate - spiega Maria Vittoria Calloni, neurologa, già responsabile della Stroke unit dell’ospedale di Legnano e presidente della sezione cittadina di Alice, l’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale - Per questo è necessario chiamare subito il 112 per trasportare la persona con urgenza in ospedale, possibilmente nei centri organizzati per l’emergenza ictus, cioè le Unità neurovascolari detti Centri ictus o Stroke unit. È stato dimostrato che con questa modalità gestionale si riduce sia la mortalità sia il grado di invalidità di chi ha subito un ictus, indipendentemente dalla gravità e dall’età».
Il riconoscimento precoce dei sintomi è il cuore della campagna
Il riconoscimento precoce dei sintomi è infatti il cuore della campagna: «Quando in pieno benessere la bocca si storce all’improvviso, la vista si sdoppia o viene a mancare un lato del campo visivo, si perde l’equilibrio o insorge un violento mal di testa bisogna chiamare immediatamente il 112, non il vicino di casa o il figlio sul posto di lavoro - prosegue Calloni - Infatti, in caso di ictus ischemico (quello più diffuso, legato alla trombosi di un’arteria cerebrale) è oggi possibile, nelle prime ore, effettuare terapia trombolitica endovenosa oppure meccanica (inserendo un catetere nell’arteria colpita) in grado di ripristinare il flusso sanguigno e quindi di ridurre la disabilità».
In Italia 200mila casi all'anno e quasi un milione di invalidi dopo la malattia
Nel nostro Paese si contano 200mila casi all’anno e quasi un milione di italiani è invalido dopo la malattia. «Si stima che il costo a carico del Sistema sanitario nazionale, esclusa l’assistenza domiciliare in capo alle famiglie, oscilli tra i 15 e i 18 miliardi di euro» conclude Calloni, sottolineando che l’ictus rappresenta «un grave problema sociale, sanitario e di costi» e che la sfida si gioca sul doppio binario della prevenzione attraverso stili di vita corretti e della tempestività. Ed ecco entrare in gioco i Fast Heroes.
E perché non provare anche a entrare nel Guinness dei primati?
Infine, per sostenere la missione del progetto, Fast Heroes vuole provare a entrare nel Guinness world records realizzando il più grande album fotografico di persone con la mascherina da supereroi Fast.
Il 29 ottobre ricorre la Giornata mondiale dell’ictus: lo slogan dell’edizione 2021 sarà «Ogni minuto è prezioso». Lo sanno bene i bambini eroi, di Cornaredo e non solo.
Ictus, i bambini diventano supereroi per salvare i loro nonni
Ictus, i bambini diventano supereroi per salvare i loro nonni