I giovani presentano "Piccole e grandi storie di legalità"
Piccole e grandi storie protagoniste della serata, cominciando da quella di Lorenzo Sanua.
Si è tenuto giovedì scorso, presso l’Auditorium La Filanda in piazza Libertà a Cornaredo, l’incontro della serie “#Resilienza non cadere nell’indifferenza” dal titolo: “Legalità: piccole e grandi storie” presentato dai ragazzi della Consulta giovani, del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi e dal Centro di protagonismo giovanile di Cornaredo, e organizzato dal Comune di Cornaredo e dalla cooperativa sociale Koinè.
"Piccole e grandi storie di legalità"
Ospiti della serata Lorenzo Sanua figlio di Pietro Sanua ucciso a Corsico dalla ‘ndrangheta nel febbraio 1995, il dottor Giuseppe Antoci amministratore coraggioso del parco dei Nebrodi dal 2013 al 2018, e in diretta online Salvatore Borsellino fratello di Paolo e fondatore del movimento Agende Rosse.
Per l’amministrazione comunale erano presenti il sindaco Yuri Santagostino e l’assessore Claudia Munero. “La guerra alla mafia è una guerra per la libertà e per la sicurezza degli individui” con questo messaggio si è aperto lo spettacolo, subito seguito dal suono di tromba che ha intonato il silenzio in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia.
“Questa non è la serata in cui mettiamo in mostra i ragazzi per dire quanto sono bravi a parlare di legalità, ma questa serata, come diceva Flavio Barattieri, è frutto di un percorso, che non dura i dieci giorni per preparare l’iniziativa, ma che va avanti tutto l’anno” ha dichiarato il sindaco Yuri Santagostino.
Le parole di Lorenzo Sanua
Piccole e grandi storie protagoniste della serata, cominciando da quella di Lorenzo Sanua:
“C’è un senso perché noi siamo qui, come avete detto voi ragazzi, la memoria è collettiva”. Sono stati ricordati i nomi di tanti, forse troppi, uomini e donne uccisi per mano delle mafie, una su tutti Lea Garofalo, a 13 anni giusti dalla morte. Ultimo intervento da parte di Giuseppe Antoci: “Si fa una scelta quando si ha in maniera chiara, soprattutto, chi c’è da un lato e chi c’è dall’altro. Questa terra di simboli e di eroi ne ha avuti abbastanza, qui dobbiamo partire da un concetto fondamentale, che fare il proprio dovere nel nostro paese deve essere normale”.