Hiv, epatite C e sifilide: un ambulatorio "su misura" per le donne
E' nato all'ospedale di Legnano e, dopo essersi aggiudicato un premio da 35mila euro, sarà pianamente operativo da metà dicembre.
Un ambulatorio "su misura" per le donne, dedicato all’informazione, alla prevenzione e alla diagnosi tempestiva delle infezioni sessualmente trasmesse, dall’Hiv all’epatite C, dalla sifilide alla clamidia.
Hiv, epatite C e sifilide: ambulatorio al femminile sulle IST
Patologie sempre più diffuse per il crescente impiego di metodi anticoncezionali ormonali intrauterini e orali a discapito di quelli di barriera, come il preservativo.
È il progetto WomenIST (dove "ist" sta proprio per "infezioni sessualmente trasmesse"), messo a punto dal team delle Malattie infettive dell’ospedale di Legnano, il primo a nascere sul territorio della provincia di Milano per la tutela della salute femminile contro questo genere di malattie, spesso poco conosciute e difficili da individuare.
Il nuovo ambulatorio, allestito al quarto piano del blocco A dell’ospedale di via Papa Giovanni Paolo II, sarà pienamente operativo da metà dicembre, anche grazie al finanziamento di 35mila euro che il responsabile del progetto e dirigente dell'unità operativa complessa di Malattie infettive e tropicali del nosocomio cittadino Dario Bernacchia (già vincitore di un altro premio per il coinvolgimento attivo del paziente) si è aggiudicato al Fellowship Program di Gilead Sciences, bando di concorso promosso dalla società biofarmaceutica per selezionare e premiare i migliori progetti presentati da enti di ricerca italiani operanti nell’area delle malattie infettive, delle patologie oncologiche e oncoematologiche.
L’ambulatorio sarà allestito con lettino ginecologico, lampada medicale, speculum monouso e tamponi per l’esecuzione dello screening endocervicale e vaginale. Vi opereranno due medici (un uomo e una donna), supportati da quattro infermieri, che effettueranno i prelievi di sangue per l’identificazione di eventuali infezioni da Hiv, virus dell’epatte C e della sifilide.
"Un'opportunità preziosa per le donne che vogliono diventare madri"
Il direttore sanitario dell'Asst Ovest Milanese Cesare Candela spiega:
"È un’opportunità preziosa per le donne che devono approcciarsi a una gravidanza, in quanto permetterà di individuare eventuali infezioni e trattarle prima che possano compromettere la salute della madre e del feto".
In caso di presenza di infezione, un team di specialisti - infettivologo e ginecologo - assicureranno un’assistenza completa con ulteriori accertamenti ginecologici laddove richiesti e l’indicazione dei trattamenti farmacologici necessari. Per ogni donna si disegnerà un percorso terapeutico personalizzato con la possibilità di essere seguita anche nel futuro nella stessa struttura ambulatoriale e ospedaliera legnanese.
"Le malattie a trasmissione sessuale sono in crescita"
Afferma Bernacchia:
"Da dieci anni mi occupo di prevenzione dell’Hiv e delle malattie a trasmissione sessuale, che sono in crescita per varie ragioni: l’emancipazione sessuale femminile, l’incremento dei rapporti occasionali, l’utilizzo della pillola e della spirale a scapito del condom, il fatto che nel 75% dei casi decorrono asintomatiche. A fronte del quadro attuale di diffusione di queste malattie è importante poter disporre di punti di riferimento dedicati che diano alle donne la possibilità di ottenere prestazioni sanitarie e informazioni non solo in ottica di assistenza ma anche di prevenzione. Puntiamo a diagnosticare e prendere in carico le infezioni a trasmissione sessuale in tutte le donne, per tutelarne e preservarne la salute. L’obiettivo in particolare è intervenire prima che la donna possa intraprendere il percorso di ricerca di una gravidanza, viste le conseguenze che queste infezioni possono avere su fertilità, gestazione, feto e bambino".
Diagnosi e cura, ma soprattutto informazione e prevenzione
Accanto all’attività di diagnosi e intervento medico, la nuova struttura punterà a informare e sensibilizzare sia le donne che i rispettivi partner su questo genere di patologie per accrescerne la consapevolezza.
Prosegue Bernacchia:
"Una maggiore informazione e consapevolezza delle pazienti e dei loro partner può portare a una migliore gestione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, abbattendo il pregiudizio che grava sulle donne. Questo è l’altro importante obiettivo del nostro progetto per fare un passo nella vera parità tra i generi, non a parole ma con i fatti".
All'ospedale di Legnano oltre mille pazienti in terapia per Hiv
Stefano Rusconi, direttore dell'unità operativa complessa di Malattie infettive e tropicali dell'ospedale di Legnano e docente dell’Università degli studi di Milano, interviene:
"Attualmente abbiamo in terapia per Hiv oltre un migliaio di pazienti, tutti adulti; i minori, se non nelle fasi acute e subacute non accedono alla nostra Pediatria ma vengono seguiti al Sacco di Milano".
I nuovi casi registrati nell’ultimo anno all’ospedale cittadino sono stati una decina, un dato che, per quanto possa apparire contenuto, Bernacchia reputa comunque "una sconfitta, in primis tra i giovani ma anche fra le persone di mezza età o fino a 55 anni, per le quali la diagnosi arriva anche con qualche anno di ritardo".
Fare una diagnosi tempestiva è tanto più importante se si considera che, tra le altre, esiste una profilassi post esposizione a rischio, con una terapia di 30 giorni che impedisce l’attecchimento del virus.
Capita che le donne scoprano di essere sieropositive al momento del parto
Sulla diffusione del’Hiv, Rusconi snocciola i dati del Coa, il Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità, secondo il quale al 31 dicembre 2022 le nuove diagnosi in Italia sono costanti, pari a 3,2 ogni centomila residenti: numeri che pongono il nostro Paese al di sotto della media europea.
"Ma su circa 2mila nuovi casi all’anno, il 58% sono diagnosi tardive, cioè con immunità compromessa: sono soprattutto maschi, eterosessuali, con più di 50 anni di età - prosegue il professore - Dobbiamo superare il cliché dell’Aids come malattia dei tossicodipendenti. Ci sono anche casi drammatici, pochi ma da non sottovalutare (l’ultimo qui a Legnano è di appena dieci giorni fa), in cui le madri scoprono la propria sieropositività all’inizio del travaglio e lì scatta un protocollo di emergenza per tutelare la salute del bambino".
Nella foto di copertina, da sinistra: il direttore sanitario dell'Asst Ovest Milanese Cesare Candela, il responsabile del progetto WomenIST e dirigente dell'unità operativa complessa di Malattie infettive e tropicali dell'ospedale di Legnano Dario Bernacchia e il direttore della medesima unità operativa e docente dell’Università degli studi di Milano Stefano Rusconi