Gli aiuti di Abbiategrasso all'Ucraina
Questa volta i quattro pulmini della San Vincenzo di Bià, con 19 persone, hanno portato il loro prezioso carico a Odessa, Mikolayv e Kherson.
Un viaggio per dare acqua potabile, luce, cibo e medicinali alla popolazione ucraina messa alle stretta da una guerra che dura ormai da oltre un anno. Uno sforzo solidale che i volontari della San Vincenzo di Abbiategrasso, assieme alla rete Stopthewarnow, portano avanti dall’inizio del conflitto russo-ucraino. Questa volta i quattro pulmini, con 19 persone, hanno portato il loro prezioso carico a Odessa, Mikolayv e Kherson.
Gli aiuti da Abbiategrasso
Ha spiegato Luigi Uslenghi della San Vincenzo:
"Siamo andati anche per inaugurare un generatore all’ospedale pediatrico di Odessa, e per l’entrata in funzione di tre nuovi dissalatori, fondamentali per offrire acqua potabile, che come l’energia elettrica in Ucraina sono un vero problema. I dissalatori vengono acquistati da noi con fondi della San Vincenzo nazionale, quella internazionale e dei Lions distretto di Milano, vengono prodotti e installati da una società di Kiev. Ognuno ha un costo di 24mila euro. Il nostro viaggio ha portato nelle città toccate generi alimentari, carrozzine per bambini, medicinali e generatori".
L'attenzione dei volontari
Ora l’attenzione dei volontari cambia approccio, non più su Leopoli, perché l’evacuazione delle persone è terminata, servono altri tipi di sostegno per garantire una condizione di vita quanto meno accettabile, considerando la situazione in cui vivono quotidianamente, allarmi costanti, blocco dell’erogazione della luce, coprifuoco dalle 24 alle 6.
Ha continuato Uslenghi:
"Ad ogni tappa scarichiamo degli aiuti e cerchiamo di risollevare il morale della gente stremata da questa situazione. Sono stanchi, non dormono, i loro volti sono segnati dal conflitto. Noi con una chitarra e la musica di Adriano Celentano o Mina, tentiamo di creare una bolla di normalità, ma si percepisce un senso di alienazione. La guerra in queste città è meno pressante, il fronte d’azione è stato spostato, ma gli ucraini non ce la fanno più, sono sfiniti, sono logorati dalle strategie russe".
"La popolazione è al limite"
Uslenghi è un veterano di queste operazioni, ha il polso della situazione che percepisce attraverso gli sguardi e i commenti delle persone.
"Non so quando torneremo con nuovi aiuti. La popolazione è al limite, ad Odessa ad esempio quando scatta l’allarme anti-aereo, bisogna fare affidamento alla sorte perché i missili lanciati provengono dai sottomarini e dalle navi sul Mar Nero e impiegano veramente pochi secondi per colpire l’obiettivo; invece a Mikolayv rispetto all’anno scorso la pressione si è allentata, il fronte si è spostato di circa 40 km, la città è meno spettrale e ricomincia a vivere per quel che è possibile".