Droga e prevenzione: la ricetta di Città Metropolitana
Un progetto a lungo termine che vuole migliorare la qualità della vita dei soggetti coinvolti.
Non più una politica repressiva e punitiva nei confronti di chi fa uso di sostanze stupefacenti, ma una gestione del fenomeno aiutando i cittadini ad autoregolarsi e adottare comportamenti responsabili. Questa in sintesi la gestione prevista da Città Metropolitana per i prossimi anni.
Droga e gestione del fenomeno
La Città metropolitana di Milano aderisce alla Rete delle Città italiane per una politica sulle droghe sottoscrivendo la Carta delle Città e sposando un nuovo sguardo ad un fenomeno che, nel tempo, è mutato notevolmente, chiedendo un approccio differente e non più rinviabile. In un contesto sociale che cambia rapidamente, di cui il territorio in cui viviamo è un palcoscenico privilegiato, è emersa la necessità di affrontare in una modalità diversa il tema delle droghe, finora incentrata sulla risposta penale e repressiva con risultati spesso insufficienti.
“Una analisi razionale degli esiti delle politiche fin qui adottate rivela come i consumi di sostanze non possano essere eliminati dalle nostre città, ma possano e debbano essere gestiti mitigandone l’impatto problematico, curandosi della qualità della vita e della salute di tutti i cittadini, sostenendo le persone ad adottare comportamenti responsabili ed autoregolati di uso e promuovendo la convivenza sociale”, si legge nel documento, che vuole essere da stimolo, per la politica nazionale, ad una “non più rinviabile riforma della legge sulle droghe in vigore dal 1990, nel segno della decriminalizzazione e delle alternative alla regolazione penale”, sulla scia anche dei risultati della Conferenza nazionale sulle droghe e le dipendenze, tenutasi a Genova nel novembre 2021.
Le istituzioni, insomma, intendono “assumere un ruolo di maggiore responsabilità civile ed istituzionale attivando un processo di riorganizzazione su scala locale – in collaborazione e sinergia con gli attori istituzionali e sociali - delle azioni e dei servizi finalizzati a sperimentare modelli di regolazione sociale, con l’obiettivo prioritario di mettere in sicurezza i contesti nei quali si realizza il consumo di droghe e promuovere la convivenza sociale”.
Alcuni degli obiettivi della Rete:
Sono diversi gli obiettivi che Città Metropolitana si è prefissata per gli anni a seguire e che dovrebbero migliorare la salute dei cittadini e il contesto sociale degli stessi. Si vuole chiarire e accrescere il ruolo delle municipalità e delle aree metropolitane nel governo del fenomeno, anche attraverso un migliore coordinamento con tutte le istituzioni e dotarsi di sedi locali stabili di coordinamento, co-progettazione, consultazione a diversi livelli nelle fasi di monitoraggio, progettazione e valutazione delle politiche innovative sulle droghe e alle persone che usano sostanze.
Uno degli obiettivi è anche assumere un ruolo guida sulle innovazioni necessarie a mettere in sicurezza il contesto urbano sotto il profilo della salute, dell’inclusione e della mediazione sociale, promuovendo sperimentazione e implementazione di nuovi interventi. Si vuole garantire i diritti sociali delle persone che usano droghe circa l’accesso al welfare locale, eliminando ogni discriminazione e garantire la convivenza sociale, l’accessibilità e vivibilità dello spazio urbano e i diritti di tutta la popolazione a una buona qualità della vita, soprattutto in riferimento alla vita della notte e del divertimento. E per quanto riguarda il divertimento e la socialità Città Metropolitana vuole promuovere un costante coordinamento con le forze dell’ordine al fine di limitare strategie di intervento che abbiano un impatto negativo sulla salute, sull’accesso ai servizi, sulla discriminazione e esclusione e sul piano della mediazione sociale.
Infine si vuole promuovere sperimentazioni con il coinvolgimento e il coordinamento dei diversi attori istituzionali (Comuni, Municipi, città metropolitane, ASL, Tribunali di Sorveglianza e Ordinari, UEPE, forze di Polizia) e sociali (Terzo Settore, Centrali cooperative, sindacati, ordini professionali, operatori economici) per realizzare la sperimentazione di circuiti di alternativa alla detenzione mirati alle persone che usano sostanze, prevedendo un’area penale esterna di reinserimento e inclusione sociale e lavorativa; curare la fase d’uscita dal carcere e del reinserimento sociale delle persone che usano droghe. Ultimo, ma non per importanza, promuovere sul territorio la prevenzione e la limitazione dei rischi correlati al consumo di droghe, e una educazione al consumo sicuro, mirando interventi informativi, educativi, formativi.